lunedì 28 ottobre 2013

CAPODANNO A MEDJGORIE CON DON CASTELLI

SONO GIA ANDATO
2 VOLTE A CAPODANNO
ED E' MOLTO BELLO
INIZIARE L'ANNO IN QUEL POSTO

LE DATE DI QUEST'ANNO
SONO LE SEGUENTI

PARTENZA LUNEDI 30 DICEMBRE 2013
RIENTRO GIOVEDI 2 GENNAIO 2014

IL COSTO E' DI 300,00 €

PER PRENOTAZIONI

DON GIUSEPPE CASTELLI
338-9466032

IL PULMAN HA GIA 15 POSTI
PRENOTATI
CHI DESIDERA
...MEGLIO SI PORTI AVANTI

troverai la pace e la gioia...parola di maria

e questo e' il messaggio del 25
di Maria da Medjgorie

...troverete la gioia e la pace
cercando solo la sua volontà



Messaggio del 25 ottobre 2013

"Cari figli! Oggi vi invito ad aprirvi alla preghiera. La preghiera opera miracoli in voi e attraverso di voi. Perciò figlioli, nella semplicità del cuore cercate dall’Altissimo che vi dia la forza di essere figli di Dio e che Satana non vi agiti come il vento agita i rami. Decidetevi di nuovo, figlioli, per Dio e cercate soltanto la sua volontà e allora in Lui troverete gioia e pace. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.”


venerdì 25 ottobre 2013

CLEMENTE VISMARA 4

archivio-pime-vismara008

Attualmente siamo in quattro padri: tre sono completamente sdentati,
solo ad uno, settantenne , rimane qualche dente.
Il più giovane ha 68 anni, il più vecchio 80

La vita è fatta per esplodere, per andare lontano.
Se essa rimane costretta entro i suoi limiti non può fiorire, se la conserviamo
solo per noi stessi la si soffoca. La vita è radiosa dal momento in cui
si comincia a donarla. Vivere solo la propria vita è asfissiante.

negli ultimi 10-12 anni della sua vita (è morto nel 1988 a 91 anni)
padre Clemente continua la sua missione con lo stesso entusiasmo di mezzo secolo prima.
E' il segno evidente che lavorava per Dio e per il prossimo,
non per se stesso, non si lasciava scoraggiare od indurire dagli acciacchi,
dalla diminuzione delle forze fisiche e nemmeno dalla guerriglia che
infuriava attorno alla missione di Mong Ping.

Ho tre ragazze che vogliono sposare tre militari, hanno messo
la condizione al fidanzato:"Se ti fai cattolico ti sposo, se no no".
E' lecito? Mi spiace perchè questi militari poi vengono
trasferiti lontano ed io perdo le mie pupille. Ne ho già perso altre.
Sposando dei militari potranno fare una vita meno miserabile
che sposare dei montanari che tutti gli anni fanno la fame.

Tale la vita così anche la morte,si applica perfettamente a Clemente Vismara.
Il 15 giugno 1988 è morto serenamente come sempre era vissuto.
In genere, per i missionari che muoiono nelle case del Pime
arriva un avviso che dice: E' morto di infarto, cancro, di polmonite".
Per Clemente, l'avviso dice semplicemente
"A Mong Ping è morto a 91 anni Padre Clemente"
non per qualche malattia, ma perchè esaurite le forze vitali,
il tempo della sua vita è finito

a 86 anni mi diceva
"Lascia perdere il mio passato, lo conosci già perchè ho scritto molto
Parliamo invece del mio futuro, del futuro di questa missione.
...non è mai andato in pensione.

Si preparava alla morte, ma la viveva con gioia,
come un passaggio naturale alla vita che non ha fine.
Anzi quando si è messo a letto gli ultimi giorni,
scherzava con le suore che lo curavano e diceva
che non avrebbe fatto nemmeno un'ora di purgatorio,
era sicuro di andare subito in Paradiso.

Nelle sue lettere Pensa sempre a come faranno ,
quelli che verranno dopo di lui, a mantenere i suoi orfani.
Questo l'unico cruccio che aveva.

Il vivere è bello, ma non è la pienezza della felicità.
Io sono nell'85mo anno di vita e mi potrebbe bastare.
Mi spiacerebbe morire non per me ma per i miei 234 orfani e compagnia bella.
Io posso mantenere questo numero di orfani (ne vorrei di più)
perchè col lo scrivere, coll'industriarmi qui ecc, ecc,
ricevo aiuti a sufficienzaper tirare sera ed anche mezzanotte

Attualmente ho 234 orfani la più parte sono femmine,
in più ho anche lattanti ecc, ecc.
Io non faccio pagare nulla e penso coll'aiuto delle suore
anche al vestito, alle medicine ecc.
Io non so quanto spendo al giorno, so però che ogni fine mese,
per il vitto solo, la suora mi manda una specifica
di oltre 3 mila kiats. Un kiats vale 10 lire e più.
Se non è un miracolo questo dove sono i miracoli?
Io sciupo molto tempo a scrivere, sono quasi stanco di scrivere e vorrei
smettere ma se smetto come vivere?

La cassa da morto l'ho già fatta mi costa kiats 150
e tutta di legno teak, legno che le formiche bianche
non mangiano.
Se sono stato male da vivo che stia bene da morto.

nel 1980 scrive a Padre Fedele Giannini

Un giovanotto prima di partire mi regalò una zampa di maiale cruda
Corre fama che al prete di Mong Ping piace lo zampetto di maiale.
Stamattina Suor Clementina sta cuocendo lo zampetto per il suo vecchio
padre e lo cuoce forte perchè sa che al suo prete mancano tutti i denti.
Mi spiace tanto per lei che, pur essendo Superiore generale,
nessuno dei suoi missionari sa offrirle uno zampetto di maiale.

Io voglio bene a loro perchè voglio che vengano in paradiso
con me, loro vogliono bene a me perchè riempio la loro pancia.

per fare il missionario a Kengtung, bisogna proprio
essere cotti di passione missionaria

...eppure è bello bello bello bello bello. Statemi tutti bene
e se vi riesce fate il missionario anche voi.
Con affetto, Clemente.

Sono stato in aereo a Rangoon a incontrare il mio Superiore
generale. C'erano anche altri padri sia d'Italia come di Toungoon.
Ci ho fatto una figura barbina! Era dal 1956 ch'io non vedevo
città, quindi per me tutto era una meraviglia.
A me pareva che tutti i missionari conducessero una vita di bosco
come la mia ed anche loro avessero i fastidi che ho io. Fatto sta
che tutti mi aiutarono.
Il Superiore Generale mi regalò mille Kiats.
Altri padri 2 mila Kiats. All'Ambasciata Italiana 1800 Kiats,
altri 1600, fatto sta che partii povero e ritornai ricco,
tanto è vero che ora sto costruendo u
na nuova residenza a 32 miglia da qui.

Padre Vismara, perchè è sempre contento?
-Eperchè non dovrei esserlo? Pensa un po' a quante fortune ho avuto:
il dono della vita e della fede, due buoni genitori e un'ottima famiglia,
la vocazione sacerdotale e missionaria e poi un popolo che mi vuol bene,
che e' il mio popolo, nella buona e nell'avversa fortuna.
Dimmi un pò, perchè mai non dovrei essere felice?
Io dico sempre al signore: voglio essere tutto Tuo,
se c'è qualcosa che in me non ti piace, toglila.
Ebbene, uando vuoi bene al Signore e lo servi,
non puoi avere paura di nulla,
non puoi provare tristezza per nulla.

Se non fossi tu, io non ci sarei",
mi diceva un giovane uomo che avevo raccolto bambino
vent'anni prima in mezzo alla strada.
Gli ho dato un mestiere, l'ho sposato, il Signore lo benedice.

La gente animista
In una festa degli spiriti va persa tutta la ricchezza
che il villaggio ha accumulato nel corso dell'annata.
Poi magari fanno la fame.

-E' venuto da me un padre di famiglia con quattro figli, ammalato gravemente.
Mi dice:"Padre, ho dato allo stregone prima un maiale, poi due, poi tre e quattro.
Ho fatto tutti i sacrifici ma non sono guarito.
"Vedi un po tu: se riesci a guarirmi mi faccio cristiano"
Ho dato da mangiare a lui, alla moglie ai quattro figli, li ho sistemati in sacrestia
e l'ho fatto curare dalle suore.
Ebbene è guarito e si è convertito con tutta la famiglia.
Tu non sai la riconoscenza che ha questa gente, quando si libera dalla paura:
guariscono dalle malattie anche solo per quello, per uno spirito nuovo di libertà,
di gioia, di serenità che gli entra nel cuore.
-Perchè se si ammalano debbono fare sacrifici di animali?
-Perchè pensano che le malattie vengono non da cause fisiche
che si possono curare, ma da cause misteriose, cioè dall'influsso degli
spiriti cattivi, dal malocchio.
Nono sono mai riuscito a convertire uno stregone.
C'è riuscito il p. Osvaldo Filippazzi, io no.
In un villaggio kachin andò da lui lo stregone dicendogli:
"Padre, sono ammalato. Ho ammazzato tutte le vacche, i maiali,
i bufali del villaggio, ma non sono guarito.
Adesso vengo da te per vedere se sei capace di guarirmi".
E' guarito e si è battezzato col nome di Angelo.
E' già in Paradiso.

Io non ci sono riuscito
Mi sono capitati diversi casi.
Mi ricordo benissimo quando lo stregone più forte di
Kentgum fu messo in prigione.
-perchè dice lo stregone più forte?
-Perchè era capace di sei bufali, cioè aveva la forza
di sei bufali ed imponeva sacrifici anche di sei bufali.
Un uomo che tutti temevano per la forza fisica
e la capacità di stregonerie.
Poi un bel giorno va a finire in prigione perchè aveva rubato.
Io sono andato a visitarlo per pietà, perchè tutti l'avevano abbandonato.
Quando è uscito era ammalato ed è venuto da me.
Gli ho dato le medicine e gli ho detto "Tu hai finito di fare lo stregone.
Convertiti al Cristianesimo, il Signore ti vuole bene e ti perdona di tutto.".
"Mi converto se mi dai 10 rupie". "Te ne do' anche venti se ti metti
a studiare il catechismo"
...Ma poi non si è mai convertito:aveva paura anche lui che gli
spiriti cattivi si vendicassero,
non poteva abbandonare gli amuleti ed i sacrifici.
Però i suoi tre figli si sono convertiti e sono diventati tutti
e tre miei catechisti:anzi la figlia adesso è suor Clementina,
una bravissima suora di Maria Bambina.

E' contento dei suoi cristiani?
-Contentissimo! Vorei tanto che in Italia prendeste esempio
da loro: fedeltà alla preghiera, alla Chiesa,
ai comandamenti di DIo, all'amore al prossimo
...Danno buon esempio anche a me.
In questi anni ho avuto diversi cristiani, famiglie o anche villaggi
interi, che per la fede hanno sofferto persecuzioni, battiture,
morte. Io sono convinto che, quando tornerà la pace, su
queste montagne e tra queste foreste vi sarà
una primavera cristiana che stupirà il mondo.

Non ho mai rifiutato nessuno: a me basta
che abbiano il certificato di povertà e sono figli miei, li aiuto
e li difendo contro i prepotenti. Sono venuti i piu poveri:
lebbrosi, orfani, vedove scacciate e sfruttate,
ladri e stregoni umiliati e bastonati, oppiomani,
bambine e bambini soli, sciacati e derisi da tutti,
ciechi senza nessuno che li aiutasse.
La Chiesa qui è nata da questi figli di DIo.
sono diventati preti, suore, maestri e funzionari pubblici
catechisti e lavoratori apprezzati in tutti i mestieri.

Qualche anno fa a Kengtung, i seminaristi hanno festeggiato
, me presente, il mio onomastico.
Avevano preparato cinque sedie per i festeggiati:
in mezzo sedevo io, a destra il p. Clemente Apha
(buonissimo prete che è stato mio ragazzo), a sinistra
la suor Clementina (la figlia dello stregone) e agli altri
due lati due seminaristi anche loro di nome Clemente.
Ma in giro per la Birmania ce ne sono altri!
Ho fatto anche un discorso ed ho detto:
"Io non voglio morire ed è impossibile che muoia.
P. Clemente Apha mi ha seguito ha battezzato due Clementi.
I due Clementi battezzeranno altri quattro Clementi,
che a loro volta ne battezzeranno otto, eccetera , eccetera.
Tutti ridevano, ma io parlavo sul serio.

Ho avuto tanti dolori, ma non so cosa sia la tristezza e lo scoraggiamento.
-Bisogna donare la propria vita con generosità , con entusiamo ed amore.
Non temere nulla per sè, non essere attaccato
nemmeno alle opere che fai e alle persone che ti vogliono bene.
Essere liberi per amare Dio e il prossimo con tutta la vita.
Se il missionario non dona tutto se stesso non vale niente.
Solo Dio ti basta.

In Italia non tornerò piu a meno che non succeda qualcosa.
Ad esempio?
Se diventassi ammalato grave, piuttosto di dare fastidio
agli altri...Oppure se tornasse in italia il p.Osvaldo Filippazzi
e la suor Battistina che sono da me da tantissimi anni, sarei tentato.
Perchè non ci sono preti locali?
-Si ma non riuscire piu' nemmeno a raccontare i tuoi peccati
in italiano mi spiacerebbe.
Così mi dice suor Battistina:"Se va via lei, vado via anch'io.
per me è stata come una sorella, una mamma,
siamo assieme da tanti anni:
senza di lei non avrei fatto tutto quello che ho fatto.

-Sveglia ragazzi!,
il mondo è grande.
Dite al SIgnore che vi chiami a seguirlo:
sarebbe la grazia più grande che vi potrebbe fare la vita.
E se vi chiama , non ditegli di no:
non ci pentiremmo mai di aver detto di si al Signore!

Alla domenica do la carne.
Tutti mangiano e nessuno paga.

continuiamo sino alla fine. La ricompensa è infinita.

Testimonianza del grande amico buddhista U sai Lane
che abitava a Mong Ping.

-Andai a trovarlo e lo implorai di chiedere a DIo di non farlo morire,
poichè c'era molto bisogno di lui su questa terra.
Egli rispose che oramai era tardi.
"Questa volta non posso più. Io devo andare a Dio. Dio mi chiama"
Io gli dicevo di stare qui ancora cent'anni e lui rispondeva: "No , no
Ora devo proprio andare, DIo mi chiama". Con queste parole lo lasciai
e poche ore dopo sentii la camapana che annunziava la morte".

Testimonianza di suor Clementina.

"In trent'anni di vita religiosa non ho mai sperimentato una cosa così
sorprendente: il padre, morente, celebrò la Messa tranquillamente
dall'inizio alla fine, senza difficoltà, e questo non per un sol giorno,
ma per cinque giorni . Ciò lascio un segno indelebile nelle nostre vite.

La sera poco prima di morire, mi chiamò e mi disse:
"Stò per raggiungere Gesù e sono estremamente felice.
Se tu vuoi provare questa gioia nella tua vita, di spesso:
Sia fatta la tua volontà"

Sapeva di essere arrivato alla fine e se n'è andato piano piano,
sempre pregando. Ad un certo momento gli chiesi:
"Cosa sta dicendo?", perchè non capivo il bisbiglio
delle sue labbra.
Mi sussurrò: "Sto dicendo l'ultima decina del rosario".
Furono le sue ultime parole.
Si può dire che è morto di stanchezza, consumato.
Vorrei morire anch'io come è morto lui.
E' morto bene, così contento, così sorridente,
che era un piacere vederlo.
Era proprio la morte del giusto

padre clemente Vismara
e' beato
la sua festa liturgica e' il 15 giugno

penso si possa invocare come protettore
degli orfani e dei bimbi in genere
...quelli per cui si e' sempre speso

...grazie Clemente

mercoledì 23 ottobre 2013

CLEMENTE VISMARA 3


padre Vismara in una foto che documenta la sua avventurosa vita in Birmania.


L'AMICO Padre BONETTA SE NE VA'

in una ripida discesa il camion rompe i freni e precipita
in un burrone. Bonetta muore quasi subito schiacciato
sotto i sacchi pieni.
L'orfano che l'accompagnava gli fa luce con una candela
e rimane accanto a lui piangendo.
L'anziano missionario gli sorride e muore.
"Muore ramingo e abbandonato in un burrone",
scriveva Padre Clemente Vismara.

di lui parla Padre Gheddo
"era un uomo semplice e trasparente come l'acqua,
parlava in modo poetico della sua Birmania e della vita missionaria,
lo ascoltavamo incantati, sapeva farci sognare."
44 anni di missione

una volta tornò in Italia e disse

Dopo un mese che sono a Milano, non riconosco più i Milanesi e la mia città.
Esco al mattino e prendo il tram per andare in centro,
saluto tutti e cerco di parlare con chi mi stà vicino.
Ma adesso non parla più nessuno, siete tutti chiusi in voi stessi.
Noi là in Birmania , quando al mattino andiamo per strada sorridiamo
e salutiamo tutti e ci chiediamo a vicenda: "Come stai? Hai dormito bene?
Hai mangiato bene? ". Siamo felici di vivere e di incontrare altre persone,
di augurare buon giorno. Ma a Milano ceco di salutare qualcuno sul tram
o per la strada e mi guardano come un tipo strano, si girano dall'altra parte.
Milano non è più Milano. State attenti di non diventare delle macchine
e non degli uomini.

Quando nell'aprile 1927, Mons. Bonetta fu eletto prefetto apostolico di Kengtung,
si dovette vestirlo di rosso ed a Kengtung di rosso c'era solo il filo.
Alla veste nera di Mons. Bonetta furono tolti tutti i bottoni neri e sostituiti con dei bottoni
rossi procurati dalle suore, e poi queste "api lavoratrici" si diedero ad orlare con filo
rosso tutto quanto era orlabile della veste e così p. Bonetta divenne Monsignore.
trascorsi alquanti anni, un bravo Monsignore d'America- di cui non conosciamo il nome
- lasciò, alla morte, tutto il suo corredo in eredità alle missioni.
Così, pagando le sole spese di trasporto, Mons. Bonetta fu Monsignore completo.
Ma, qui sta il dramma, quelle vesti rosse erano troppo lunghe e troppo larghe.
-Le adattino alla mia persona- disse Bonetta alle suore- ma non taglino,
verranno buone per il mio successore.
-Difatti, la prima veste prelatizia che l'attuale "Vescovo dei boschi" indossò fu
la veste di Mons. Bonetta, a cui le suore avevano semplicemente tolto le pieghe
fatte in precedenza.
le scarpe con le fibbie, da Monsignore bastava il numero 38, mentre quel buon Monsignore
americano aveva il n. 41 di piede. Bonetta riempì le punte delle scarpe con carta
straccia e le usava solo nelle funzioni.
Poi si stanco e mi disse:
-Alla buon'ora, portamele via queste scarpe, non si può cammianre.
Io le presi, tolsi la carta, le infilai, mi andavano bene.
Ma, camminando nel bosco qui a Monglin, persi una fibbia.
Gli orfanelli mei la cercarono fra l'erba ma non la ritrovarono mai.
-Perchè il nostro prete- domandò poi un ragazzo-
ha un ferro bianco in una scarpa?
-Per non confondersi al mattino quando se le mette.
Il ferro è sulla scarpa destra.

La vita è bella se la si dona
se la si logora nel fare del bene
non è che tutto il resto sia insignificante,
ma insomma non è il centro del nostro vivere, non appaga.
Fare la volontà di Dio è cooperare al nostro bene, quaggiù e lassù.
La santa indifferenza alle cose che ci circondano è la più grande
virtù e la più difficile da raggiungere.
noi vorremmo che Iddio facesse sempre, o quasi sempre, come vogliamo noi,
noi che poco sappiamo , poco comprendiamo

Io provo un gusto matto a dare, dare

Nell'agosto 1955 è a Mong Ping da cinque mesi e scrive
alla nipote Stellina

Ora ho qui 23 ragazzetti, in scuola fra maschi e femmine
ne ho 42 se non erro. Si comincia a respirare. E questi ragazzi
non li ho fatti io, ma sono miei, di più son rustici, puzzano anche, ce n'è
del cammino da fare prima di addomesticarli.
Se ci do la coperta mi chiedono anche la camicia che ho indosso.
Loro non sanno dove spunta il sole.
Ed io provo un gusto matto a dare, dare.
Appena sento la gallina cantare, subito corro a prendere l'uovo
per darlo ad uno che ha la febbre.
L'altro ieri sera ho preso 4 uccelli con un sol colpo, eran solo feriti
e per veder contenti i ragazzi, senza manco pensare, li regalai
ai quattro più piccoli. La suora , a mia insaputa, se li fece ridare
dai ragazzi e me li vidi nel piatto.
Quel giorno non c'era carne
Senza la minima ombra di superbia la mia vita è più ampia e più
meravigliosa della tua. Io non amo me stesso, anzi vorrei abbracciare
anche tutti i pianeti e le stelle dell'universo e poi ancora non sarò sazio.
E di tutto questo sentire , che me ne viene in tasca?
Nulla, anzi ci rimetto la pelle. Ma chi è più felice fra me e te?
La bocca parla perchè il cuore è zeppo.
Eccoti dimostrato come tu non hai nulla da dire, mentre io riempirei,
se avessi tempo, un volume.
le tue lettere non mi dicono nulla eppure ho piacere a leggerle.
Scrivi scrivi , ti ho sempre risposto e sempre ti risponderò.
E' un piacere per me.

Nel 1957 l'unica vacanza diClemente in Italia
va' a fare un mese di esercizi Ignaziani

Naturalmente vorrai sapere come mi trovo qui. Benissimo.
uno dei predicatori è p.Tarcisio e mi viene sempre a dire
se mi occorre qualcosa. Ma non mi occorre proprio nulla.
lui prende gusto ad accendermi il sigaro quando mi viene in stanza.
...Sono a metà cammino gli esercizi termineranno il 31 luglio.
Non li trovo affatto pesanti, certo questi gesuitoni fanno sgobbare,
i primi giorni sentivo la testa pesante, ora non più.
La prima settimana è per la confessione generale.
Io volevo andare da un frate barbone bianco, a me sconosciuto,
ma poi andai a finire da un vecchio gesuita dai capelli bianchi,
dicono che sia un nobile.
Mi presentai con carta bianca! Mi è impossibile pensarli
tutti, l'esame di coscienza non l'ho fatto.
"M'interroghi lei ed io le risponderò sicuramente si o no".
E di fatto andò lui a pescarmeli ad uno ad uno con gentilezza
squisita, tanto che che uscendo gli ho detto grazie e se lo avessi
ad incontrare gli bacerei i piedi.
Mi sento veramente contento ed alleggerito, tanto che mi pare ora
di essere un galantuomo e di non aver paura manco dell'aldilà.
Ti basterebbe questo per persuaderti che un corso simile vale la pena,
una volta nella vita, di farlo?
perchè non tentarlo anche tu?.
Forse un mese , per te è troppo, ma 8 giorni non è poi gran fatica.
I gesuiti sono specialisti in merito; trovar le pulci addosso
al prossimo è il loro mestiere ed indovinano anche se uno vuol nascondere.
Oggi ricevuta la tua lettera, ho recitato un Rosario intero per te.
Per solito recito due rosari interi tutti i giorni.
Se non mi converto adesso, non mi converto più.

Il posto che tu ed io occupiamo , è Iddio che ce lo ha assegnato,
quindi fermi e cerchiamo di fare il bene il più possibile:
"Perdi affichè tu possa ricevere quello che hai perduto".

Le scarpe di Clemente meriterebbero ben altro spazio.
Andando in Birmania nel 1923, aveva portato il suo paio di scarponi
della prima guerra mondiale, che aveva ancora dopo la seconda guerra mondiale,
aggiustate con chiodi e filo di ferro.
nel 1933 in Birmania suor Battistina mi diceva:"Per sè non comperava mai nulla.
Aveva un paio di scarponi montanari portati dall'Italia l'unica volta che tornò
in patria nel 1957. Guai a dirgli che doveva comperare un paoi di scarpe nuove.
Aveva maneggiato tanti milioni, ma erano finiti tutti in riso,
vestiti e medicine per i suoi bambini, per i poveri"

scrive Clemente:

I missionari non sono ritenuti malandrini,
ma hanno una grave, gravissima pecca:
proteggono troppo i poveri. Li educano, li istruiscono,
li aiutano, li guariscono.
Quando uno conosce l'alfabeto, solleva la testa, ha pretese,
si fa impertinente...Questo e solo questo
è il nocciolo che produce antipatia ed avversione al missionario...

Ci vuole una pazienza infinita per abituarli un pò al lavoro,
all'economia. La formazione spirituale produce da sè,
come conseguenza, anche al benessere materiale.

Il risparmio è sconosciuto:
se s'ammalano o capitano infortuni, allora vengono a piangere.
Ho promesso loro che non darò mai un soldo a ufo,
ma sempre cercherò di dar loro lavoro per guadagnarsi il pane.
Ora, oltre che fare i muratori, i manovali, fanno anche i campi di riso nel ritaglio di tempo.
ne ho piacere e li incoraggio.
sarà possibile per me avere tanti denaro da impiegarli per tutto l'anno?
I lavori dei campi sono lavori da donna: lavorino un po anche gli uomini.

Vedessi i ragazzi di qui che polentine! E che fatica farli correre e farli giocare!
A me se vogliono farmi piacere, è appunot quello di sentirli gridare, correre, saltare.
Le ragazze poi peggio ancora.
Han persino vergogna di correre.

Se lei entrasse in un villaggio qualsiasi, senza bisogno di dirglielo
capirebbe se è pagano o cattolico dalla pulizia(relativa) e dalle case più o meno decenti

Cosi Vismara racconta la morte di Cattani

In missione si muore bene
Entrata nella stanza la suora infermiera col caffè, trova il padre col capo
reclinato sul tavolo.
Venne anche il padre Achille e lo deposero sul letto.
Achille gli amministro' l'Estrema unzione e all'Amen
padre Cattani senza dir parola volò in cielo.

Gli ultimi due di kengtung
le frontiere sono da anni bloccate dal governo
e chi esce non puo' piu rientrarvi

...è dura non poter più ricevere l'assoluzione nella tua lingua"
Anche dopo 65 anni di vita in Birmania, l'amore alla lingua
imparata da bambino, alla cultura, alla patria lontana rimane forte!
Dio volle che Vismara morisse prima di Filippazzi,
il quale dopo la sua scomparsa
scrive che Clemente gli diceva anche.
"Se noi moriamo in missione ,andiamo direttamente in Paradiso".

...Dopo la morte di Vismara, mons. Than voleva che rimanesse
a Kengtung ma lui temeva
di essere di peso agli altri.

Il superiore generale mi dice che devo decidermi
...io non me la sento.Chiedo l'ordine se tornare o no...
Arriva l'ordine di ritornare.Volontà di Dio, sono in pace.

finalmente a pochi mesi di distanza, il governo totalitario birmano
si accorge che ha bisogno delle suore cattoliche e le chiede
agli ordini e congregazioni femminili, le quali rispondono
che le suore giovani, di cui avrebbe bisogno il governo
per gli asili infantili, le ha espulse il governo prima, del dicembre 1966.

Le suore irlandesi che avevano una scuola con 2000 allieve, sono partite tutte.
Non è vero che i missionari e le suore sono inutili.
Finalmente il governo se ne accorge, ma troppo tardi.
Dicevano che avrebbero preso anche gli orfanatrofi.
ma è dagli orfanatrofi che noi riceviamo soggetti per lo sviluppo
futuro, maestri , catechisti, ecc.
Come sempre è dai poveri che vengono i soggetti per lo sviluppo.
E' naturale che noi si stia dalla parte dei poveri e si aiutino a sollevarsi.

Clemete si accorge di essere al candelino (1973)
quando ha ormai 73 anni. Per lui ancora 18 anni di vita.

Fino a che non sarò di peso e di spesa alla missione
non voglio cedere, io credo che se morirò fra le mie pecore morirò bene.

il dottore mi disse sano, solo general debility (debolezza generale)
mi regalarono 6 bottiglie di vino da messa da non bere durante la messa,
iniezioni ed altre porcherie .
Un giorno si ed un giorno no la mia suor Clementina mi fa un'iniezione
doppia di vitamina, la superiora mi fa da mangiare.
Fatto sta che oggi sto bene e non mi pare che debba morire.

Qui la media della vita è poco più di 30 anni,
non so quanta gente mi sia passata per le mani, ma se fossero
vivi tutti ci sarebbe da fare mezza diocesi.
Non abbiamo rallegrato la terra,
ma ne abbiamo mandati parecchi in paradiso.

...non dovrei avere timori.
ben capisco che avrei potuto far molto di più,
ma da un miserello come me, che vuoi pretendere?
Nonostante le migliaia di corbellerie commesse,
mi pare che il buon Gesù non ci abbia perso a farmi missionario.
Nato nudo voglio morir nudo.
non penso di rifugiarmi in Italia, sarebbe, mi pare,
un tradimento verso il mio gregge.

A Pasqua visita i villaggi
La prima notte dormii per terra vicino ad un fiumiciattolo,
per di più si mise a piovere.
Il tetto era il cielo. Ho preso una tosse indiavolata
che mi durò tutto il giorno, una notte temetti di essere
giunto al lumincino, mi mancava il respiro ed avevo davanti a me
altre 18 ore di sella. Ma ce l'ho fatta, a casa mi sono curato,
cioè non ho fatto niente e sono guarito.
Povera gente, una sola visita all'anno e da un prete
più vecchio di tutti i loro vecchi.
Come Dio vuole, è Lui il padrone della messe, si arrangi un pò lui,
come io mi arrangio qui.

Vismara non era tipo di idee nuove
aveva una sua catechesi elementare
amare Dio, il prossimo, osservare i Comandamenti, aiutare tutti, perdonare le offese
Lui traduceva quello che aveva imparato da ragazzo in Italia.
Lui era convinto che quel che credeva e faceva era bello,
che valeva la pena di continuare su quella strada.

...termino dicendo che il 22
cioe' ieri sera ero a messa in S. Antonino
un gruppo penso si chiami regina della pace

la messa l'ha tenuta un missionario del
Pime...come padre Clemente

...penso si chiami padre Piero

Lunedi prossimo parte per l'Algeria
....che fortuna...sono in due nella stessa citta'
almeno si potrà confessare

e' giovanissimo ...ha 5 anni di sacerdozio
e appena gli ha detto il superiore
che poteva andare bene per lui l'Algeria
...non lo ha lasciato neanche finire
"...si ci vado proprio in Algeria."

...li gli va piu' o meno come a Clemente
...lui diceva che per trovare un cristiano doveva guardarsi allo specchio
...li in una citta' di 100,000 abitanti
il Pime impiega ben 2 preziosissimi consacrati
per ben 4 cristiani
totale 4+2=6 cristiani

...e' inutile le logiche di questo mondo cozzano
con le logiche di un'altro
...e' proprio un'altro mondo in questo mondo

...chi ha avuto la tenacia di leggere fino a questo punto
...gli chiederei un ultimo sforzo
e me ne scuso, ma e' per una buona causa
1 ave maria per padre Piero
...mi risulta simpatico...penso ne abbia bisogno

...o forse ne abbiamo piu bisogno noi di lui.

...viva la serena allegria di p. Clemente!!!

...non e' ancora finita...con Clemente
...ha mille vite come i gatti

martedì 22 ottobre 2013

...l'anima è come un leprotto

Si dice che S, Anselmo, Arcivescovo di Canterbury,
per nascita onore delle nostre montagne,
era eccezionale nel saper ricavare buoni pensieri:
un leprotto, inseguito dai cani, si rifugiò sotto il cavallo del santo Vescovo,
che, per caso, passava da quelle parti, per cercare protezione
contro la morte che lo minacciava.
I cani tutt’intorno abbaiavano, ma non avevano il coraggio
di violare l’immunità cui la loro preda si era affidata;
tutto il seguito scoppiò a ridere a quella scena.
Ma non il grande Anselmo che, sospirando e con le lacrime agli occhi disse:
Voi ridete, ma non ride la povera bestiola;
i nemici dell’anima, perduta nel labirinto di molti peccati,
l’aspettano al passaggio della morte per rapirla e sbranarla,
ed essa, spaventata, cerca ovunque rifugio e protezione;
se non ne trova ai suoi nemici non importa proprio nulla e se la ridono.
E se ne andò pensieroso.

Filotea di s. Francesco di sales


lunedì 21 ottobre 2013

CLEMENTE VISMARA 2 - 15 GIUGNO MEMORIA




sempre in missione in Bangladesh
a Monglin

Qui null'altro di nuovo e di strano, cioè di strano c'è che i ragazzi
dormono colle anitre, per timore dei topi ognuno tiene la propria anitrella
vicino al capo, per cui andando a vedere il loro dormitorio sembra una babele
che mi fa tanto piacere. Facevo così anche io quand'ero birba
(ora non lo sono proprio più e mi spiace, ora sono padre di famiglia con numero
di prole ed ho fastidi)

un missionario è un rivoluzionario ed è un vero rivoluzionario pacifico,
uno che va alle radici non può non essere un missionario.

La gente raccolta da noi (come tradizione ed uso dei missionari)
è quella che più sta in basso in ambedue i sensi: spirituale e materiale,
di più tutti i rifiuti d'ogni genere, specie, divisione, famiglia, storpi,
epilettici, lebbrosi, inguaribili e simili categorie senza eccezione alcuna, sono nostri.
Ma appunto questo rifiuto sarà la nostra eredità, la nostra corona.

Forse non le ho parlato del mio bestiame.
Eccetto quello personale (pidocchi ecc)
ho qui 5 cavalli con un ragazzo addetto
4 maiali con una donna addetta;
tanti topi con prete addetto.

Spero risparmiare un po di Purgatorio, quindi non mi lamento

Leggo su un opuscolo stampato a New York nel 1916
dalla American Bible Society che due missionari
di quella società protestante visitarono la regione
del Kengtung e furono "meravigliati dell'ottima preparazione
al vangelo incontrata nella gente"
...Appena ebbero udito la storia di Gesù
erano già pronti per la conversione"
Sono balle?
E' nostra incapacità?
Noi , quando parliamo di Gesù che è risorto dai morti, la gente scappa.

Dicono che noi mangiamo l'anima della gente scriveva Clemente-
che prendiamo i ragazzi e li spediamo al nostro paese ove c'è un grande spirito
dall'aspetto di tigre-capra che li mangia...
Credono che siamo qui per far denari...

Padre Clemente si convince presto che le speranze di molte conversioni
sono illusorie.
...le poche conversioni erano tutte interessate:
i villaggi vengono alla Chiesa se sono aiutati.

Questa gente è fatta così e p. Guilardi spiegava nelle lezioni di morale
che il mondo bisogna prenderlo com'è

All'inizio della missione, in un ambiente radicalmente
pagano dove il principio del gratuito è assolutamente
impensabile, queste lettere meritano una premessa e una piccola riflessione.
-La premessa è questa: padre Clemente, visitando i villaggi, prendeva i bambini
(e quando vengono le suore a Monglin anche le bambine)
che erano orfani o handicappati o gemelli e venivano abbandonati in foresta
perchè morissero, per educarli nella missione,
allevarli e portarli all'età adulta con una professione.

Ebbene, anche questi bambini li "comperava" come scriveva nelle sue lettere,
cioè dava a chi gli e li consegnava una piccola somma di denaro
per acquistarne la proprietà di fronte al villaggio,
in modo da poterli allevare come un padre e quindi salvarli
dalla morte e farli diventare cristiani.
Anche questo comperare i bambini ha scandalizzato.

-la spiegazione è questa. Lo Spirito Santo si serve di ogni mezzo umano
per entrare in una persona col battesimo, poi lavora nei cuori
e nelle anime in modo molto più profondo di quanto possiamo
fare noi preti. I primi missionari del Pime in Borneo comperavano gli schiavi cristiani,
che i mussulmani avevano razziato sulle coste delle Filippine,
per riportarli alla libertà e alla fede.
...hanno poi dato i loro figli e nipoti, grandiose testimonianze di fedeltà a Cristo
e alla Chiesa durante la persecuzione maoista.
lo stesso si può dire dei cristiani Birmani
e siamo solo alla seconda o terza generazione di famiglie cristiane.

visita del superiore generale

L'anno seguente 1928 un altro avvenimento memorabile,
specie per p.Vismara; la visita di p.Paolo Manna,
superiore generale del Pime e grande amico e benefattore di Clemente.
La nostra casa era provvista di quasi il necessario per due persone,
ma eravamo cinque preti presenti, contemporaneamente
Un avvenimento! le sedie erano quattro, i letti due, ma ci si accomodò
egualmente. Nessun commensale sapeva che tutta la posateria
e stoviglieria di Monglin consisteva in tre posate complete e
sei piatti in alluminio. Le stanze o reparti per dormire sono due,
pure ognuno dormì al coperto: p. Manna occupò la stanza di p.Farronato
la migliore; Mons. Bonetta dormì nel luogo delle medicine; p: Portaluppi
si ebbe il mio letto; io mi riservai un canto e p. Ferronato
prese tre panchine della chiesa e vi dormì sopra.
A notte venne la pioggia e non tutto il tetto di paglia era impermeabile.
Si sentiva p.Ferronato che di tanto in tanto trasportava le sue tre panchine
ora in un canto ora nell'altro. Io mi copersi con un telone da cavallo,
ma poi trovai piu comodo aprire l'ombrello e appenderlo sopra la testa.
Però si dormì ugualmente molto bene, perchè durante il giorno
s'era cavalcato per oltre dieci ore.
Dei topi s'accorse solo p.Portaluppi,
perchè gli erano andati proprio sul letto.

Farronato, che era anche cuoco, preparò le tagliatelle e le mise
ad asciugare al sole, difendendole dalle galline che furono le prime
(e le uniche) ad assaggiarle. Il giorno dell'arrivo di p.Manna,
Ferronato disse al ragazzo della cucina di mettere l'acqua a bollire
verso sera. Ma il ragazzo, per cuocerle meglio, mette a bollire le
tagliatelle alle due del pomeriggio e noi siamo arrivati alle sei di sera.
Quattro ore di cottura! Era una specie di polentina, col sugo di pomodoro
già versato dentro.
Mons. Bonetta offre all'ospite: "Ecco i nostri maccheroni fatti in casa,
i primi che si fanno da queste parti"
ma erano immangiabili, Mons. Bonetta riuscì a trangugiare qualcosa,
ma p.Manna, col cucchiaio che rimaneva piantato nel piatto,
non tentò nemmeno. "Non vengo più a trovarvi, perchè vi mando in malora.
Chissa cosa avete speso per farmi gli spaghetti e guarda qui che porcheria."
Si mangiarono in cinque le ultime due scatole di sardine.

il 21 aprile si misero di nuovo in sella ed io li riaccompagnai
per un tratto di strada. Per rispetto umano, cercai di non commuovermi
e di non fare storie, quindi tenni sempre accesa la mia pipa.
Salutai e baciai il mio Superiore, poi zitto zitto, come un cagnolino
che vuol seguire il suo padrone ma è riccacciato a casa,
me ne tornai alla mia capanna.

Impressionante l'elenco dei padri morti nella missione di Kengtung
oltre a quelli rimpatriati in tempo per salvargli la vita:
Luigi Sironi, morto nel 1925 a 29 anni
p.Paolo Barbagallo morto nel 1931 a 27 anni
Antonio Farronato morto nel 1931 a 33 anni
Angelo Cassia morto nel 1932 a 30 anni
Antonio Zeni morto nel 1938 a 38 anni
p. Emilio Rossi morto nel 1944 a 41 anni
Giovanni Deledda morto nel 1950 a 38 anni
queste morti premature venivano dalla denutrizione,
dalla mancanza di assistenza sanitaria,
dal "troppo zelo a scapito della salute"

dopo la visita al futuro martire padre Pietro Manghisi, scrive nel suo diario:

Deve avere una vita dura. E' però assai contento.
Mi cede la sua piccola cabina per dormire e io, stendendomi sulla pelle di tigre,
penso che nella pratica della povertà e delle privazioni i nostri missionari hanno
superato di molto i camaldolesi e i trappisti.

Tornato in Italia, padre Manna scrive una forte lettera
di rimprovero a mons.Bonetta, con questa minaccia
(che poi non mette in atto):
Se a Kengrtung muore ancora un missionario giovane
per denutrizione e mancanza di medicine,
non mando più nessuno e chiudiamo la missione.!"
In realtà , il vescovo stesso di Kengtung viveva in quelle misere condizioni
di vita, semplicemente perchè i missionari del Pime, infiammati di zelo
per "salvare le anime dei poveri infedeli" già partivano per la missione
con la disponibilità di dare tutta la vita per il vangelo.

Finalmente le suore a Monglin 1931

Le tre suore che sono quì sono fin troppo buone,
la superiora eccellente...La superiora è una gran buona donna.
Non sa tenere la penna in mano e scrivendo fa errori ch'io rido tra me,
ma ha molto spirito di sacrificio e non sa d'essere buona.
Quando andò a Mongpyak a curare p.Barbagallo
si ruppe una spalla cadendo da cavallo.

5 agosto 1932
-la superiora è andata con un'altra suora fino a Mongpyak (42 km),
a piedi e sotto l'acqua in un solo giorno! Per conto mio,
se avessi qui mia madre o mia sorella, non mi potrebbe fare di più.
Le suore sono come il miele,attirano tanta gente.
Io debbo andare fuori a cercare, loro si ritrovano la casa piena.
Ci sono sempre malati in giro in cerca di medicine...
Ora che ci sono le suore-scrive all'amico Pietro Migone-
ti puoi ben immaginare quante precauzioni bisogna prendere
per non fare dubitare questa gente pagana, a cui riesce impossibile
pensare alla verginità. parlo solo con la superiora e spesso a mezzo
scritto e non entro mai in convento, che dista da casa mia 1300 piedi
in rettilineo.

Per Natale spero l'Ospedale sarà completato...Ad opera
compiuta verrà a costare 3000 rupie, quindi il suo aiuto
ci voleva,anzi la vorrei incoraggiare ad aiutare ancora. Però
non mi mandi immagini, mi bastano le tre già ricevute.

Clemente si riferisce a quanto ha scritto all'inizio della lettera
che mentre stava costruendo il convento, dopo aver scritto
e riscritto per avere aiuto,"mi vidi giugere tre immaginette della Beata Capitanio
e tante belle parole di apostolo, eroe, e tutto fini lì.
tenni le tre immaginette e mi grattai la pera, pero' quando Dio volle, me la son cavata"
Questo lo stile del beato Clemente.
Ai superiori del Pime , vedremo più avanti, ha scritto ben di peggio.

domenica 20 ottobre 2013

CLEMENTE VISMARA LETTERE DALLA MISSIONE





Ottobre e' il mese missionario
oggi domenica e' dedicata alle missioni

ecco un missionario dalla pelle dura come dice lui

QUESTO E' CLEMENTE VISMARA
UN MISSIONARIO DELLA DIOCESI DI MILANO
...adesso beato

scrive dalla Birmania 1924 o giu di li'

...Quanti topi si sono qui in questa casa di legno,
...mentre ti scrivo scorazzano
e fan chiasso che e' un piacere,
Son grossi come gatti fanno paura.
Ho il gatto ma ha paura lui pure.
mangiano ogni cosa, libri legno, vestiti.
E' gia difficile stare al mondo ci volevano anche questi. Pazienza!

Ci sono zanzare e non si puo' uscire di casa senza che qualche sanguisuga
si attacchi alla gamba.
La prima notte non potemmo dormire perchè la nostra stanza,
avendo servito da pollaio,
era piena di pidocchi pollini che morsicavano di continuo.
Entrando di sera nella casa,
sembrava di entrare in una taverna della suburra di Roma
ai tempi di "Quo vadis"
In mezzo alla stanza un fuoco senza camino e, tutt'attorno,
io con i ragazzi, ognuno con la propria pipa,
seduti all'orientale, quieti tranquilli,
tutti avvolti nel fumo e rischiarati dalla fiamma...

Il mio compagno che farebbe anche da superiore di Kengtung
ha un ottimo carattere, divenuto ormai orientale per la flemma.
Siamo come padre e figlio, e benchè solo in due viviamo come fossimo in comunità.
Insomma se vuoi vedere Vismara cerca p. Bonetta, vuoi vedere p. Bonetta
cerca Vismara.
Per le spese abbiamo deciso di mettere tutto assieme
e di pescare ognuno con criterio fino a che ce n'è.

Il Signore è tutto dei poveri, ad essi noi convergiamo
e sono quelli che meglio corrispondono.
La gente qui dice: "Le persone per bene e che stanno bene
sono col Sabwa (il principe di qui), gli stupidi vanno coi calà", cioè con noi.

Alle volte pensando alla vita militare di guerra trascorsa,
quella mi sembra piu' comoda e ben fornita.
Allora almeno c'era una buona pagnotta che otturava tutti i buchi,
qui invece sempre riso riso riso.
Quando vennero a Kengtug le suore, durante il viaggio venne a mancare loro il pane
e dalla disperazione povere donne si misero tutte assieme a piangere.
Mortificazioni di gola per un principiante qui capita sovente.

Questa gente e' diffidentissima, ha grande timore ed e' attaccata alle loro diavolerie...
il sistema evangelico e cioè di fare miracoli e di curare i corpi
prima dell'anima e' ancora l'unico.
Noi pero' abbiamo una piccola differenza.
Gesù guariva la gente senza medicine, noi invece usiamo medicine.

Ma il peggio deve ancora venire arrivati Monglin
Nel marzo del 1925 padre Bonetta torna a Kengtung
10 mesi di isolamento assoluto, fra un popolo ancora molto arretrato
...Mi lasciò 119 rupie e delle provviste
...Lo accompagnai per un bel tratto di strada.

-Ora ritorni a casa.
-Vengo un po piu in là, non sono stanco poi torno.
-Le raccomando lo studio della lingua Le ho lasciato il Desant,
il manuale di medicina sacerdotale, perchè impari un po di medicina.
non faccia spese per lavori nuovi.
Ora torni indietro, che e' tempo.
anch'io ho fretta i cavalli da porto sono gia molto avanti.
-Vengo un po piu in là, non sono stanco poi torno.
-Alla metà di giugno puo' venire per un po di tempo a Kengtung.
Con un dietro front energico , senza neppure voltarmi una volta,
me ne tornai mogio mogio.
Sentivo in gola una certa cosa che non voleva andare nè su nè giù
e non volevo farmi vedere.

...Famosa e geniale la battuta in una lettera al fratello:
"Qui sono l'unico cristiano nel raggio di 100 e più chilometri.
Se voglio vederne un'altro, mi debbo guardare allo specchio".

Mi piaceva il lavoro manuale.
Siccome i denari erano pochi, diedi fondo alle scatolette di sardine,
potei aprire una strada, feci la stalla per i cavalli e finalmente
anche un gabinetto, il pollaio, disboscai più che potei,
mutai la casa, feci l'orto, ecc.
Mi acquistai un delizioso mal di schiena , che ancora non m'è scomparso.

P. Bonetta, ripartendo per Kengtung, mi disse
"Lei quì non ha niente da fare, solo imparare le lingue.
Perciò non ha bisogno di soldi".
Bravo , ma ... e mangiare?
Fu per me una vera lezione la risposta che mi diede P. Bonetta:
"Chi non lavora non mangia"
E se ne partì lasciandomi 119 rupie (una miseria)
e una ventina di scatole di sardine.
Per fortuna avevo un buon fucile, andavo a caccia e poi cambiavo la selvaggina con riso.
Ma ho fatto veramente la fame.
Per un po sono vissuto mangiando una scatola di sardine al giorno,
poi ho imparato a mangiare quel che mangiava la mia gente e i miei orfanelli:
topi di foresta, scimmie e cani, vermi ed erbe amare, radici e cortecce d'albero
tritate e bollite ecc.
Mi sono messo subito a fare il cavadenti
La gente ha visto subito che di me poteva fidarsi, che ero andato fra di loro per fare del bene:
quindi abbiamo simpatizzato anche senza poterci parlare.
Volete sapere come ho speso le 119 rupie che mi aveva dato P. Bonetta?
Pochi giorni dopo che egli era partito, vengono da me
tre fumatori d'oppio, mi raccontano
le loro pene ed io ho dato loro tutto quello che avevo.
Avevano promesso di farsi cattolici e io c'ero cascato.
Sono venuti una seconda volta, ma non avevo più nulla da dare loro, Si sono messi
seduti in casa mia e si sono messi a fumare l'oppio.
Allora ho preso un bastone e li ho fatti filare.
Più tardi , tutti e tre sono diventati cattolici per davvero e mi ricordavano
sempre che quelle mie bastonate erano state salutari , più dei soldi che
avevo dato loro.

In una lettera allo zio Don Emilio del 23-7-1925, Clemete scrive:

Lei una volta diceva che fare il prete in Italia o in missione è la stessa cosa
Vorrei vederla alla prova! Per esempio, metterla da solo in un posto nuovo
con 120 lire in tasca, gente da mantenere e nessuna comunicazione
pronta con gli altri missionari.
Mi saprà dire lei quando va in giro in cerca del panettiere
e resta di gesso perchè non c'è, cerca il macellaio e resta di stucco
perchè non c'è, va a caccia e non trova merli che si lasciano prendere,
per cui bisogna che si adatti ai costumi di qui e fare buona bocca e cattiva fortuna.
In missione, parlo della mia, si sta bene nel senso
che se si ha fede e si fa tutto per il Signore.

Mons Bonetta disse a Clemente "Sviluppati!"
e lui si sviluppo'.
La grande fiducia nella provvidenza e la fede in Dio
aiutano Clemente a continuare nella strada intrapresa.
Mons. Bonetta invia a lui giovani missionati dicendo loro:
"Và da Vismara e svilùpes!" (Vai da Vismara e sviluppati)

Al fratello Franco scrive:
Tu per esempio mi mandasti da fare certi pasticcetti di gola cioè budini.
le suore di Kengtung usufruendo dell'occasione ci mandarono
una scatola di latta piena di pane secco
che da mesi ne eravamo senza.Chi fu più geniale?
Naturalmente le suore, senza rifiutare quel che tu mandi,
perchè la gola l'ho lunga anche io.
Un tin di pane secco in due dura anche un mese.
I tozzi di pane secco che avanzavano nella casa episcopale,
per Vismara e Cambiaso erano come dolci: ne gustavano uno al giorno!

Arrivo di Padre Cambiaso

...gli volli subito bene.
e come poteva essere diversamente?
Eravamo lui e io, io e lui soli.

La prima sera mentre stavo per chiudere gli occhi sento che dice:
-E uno e due e tre.
-Che cosa? domando io.
-E quattro. Ah questa m'è scappata! Ma queste sono cimici.
Quante!
Non sai che purificano il sangue?
Veramente non mi sono mai accorto delle cimici.
Alla sera mi trovo così stanco che non ci faccio caso.
-L'aria di Monglin ti ha incartapecorito!
Bisognerà quanto prima terminare l'orfanatrofio.
Con questa gente per casa, c'è poco da tener pulito. iL fuoco in casa dà noia.
-Si vive in mezzo alle nubi come in Paradiso.
-Il fumo tiene lontano le zanzare!
-ma non si può respirare e piangono gli occhi...
In un mese fu terminato l'orfanatrofio

Lei forse non sà ma io sono felicissimo della compagnia
di p. Cambiaso, è un binomio a mio parere compensativo.
Lui appartiene alla famiglia dei "Posapiano" e prima di dire o di fare
si dà la posa, io invece ai "posainfretta", e quando c'è un uccello
sparo subito senza prendere la mira.
Di più sento un vero rispetto perchè è un pregone coi fiocchi e non si scompagina
Ho quindi molto da imparare, da imitare, da correggermi, da osservare,
e mi pare che in un mese che fui con lui d'aver sentito un po' di miglioramento
nel gusto di dire la messa. Lui è meticoloso ed in chiesa non vuol miseria di candelette.
In chiesa bisogna fare il grande, la vita grande...
La gente chiama il mio prevosto "quel prete che sta sempre in chiesa"
Io invece sono "quel prete che ride e scherza sempre"

Anche Clemente non avrebbe potuto resistere senza preghiera intensa e sincera
mantenedo per di più ottimismo e gioia di vivere.

...ringrazio Dio che m'abbia voluto mandare qui, ci sto felicissimo
e non desidero altro. Si lavora più per forza di volontà che per esuberanza
di energie e bisogna essere sempre in lotta con il corpo,
del quale si sente tanto l'imbarazzo.


FATTO PER ANDARE LONTANO
PIERO GHEDDO
EMI EDITRICE

venerdì 18 ottobre 2013

Come si ottiene la pace secondo. S. Margherita Maria alacoque, vergine

il suo Sacro Cuore è una fonte inesauribile che cerca solo di riempire i cuori umili, vuoti, distaccati da ogni cosa e sempre pronti a sacrificarsi per rendergli piacere.

Questo Cuore divino è una fonte inesausta, dalla quale scendono ininterrottamente tre canali:
il primo è quello della misericordia verso i peccatori e porta loro lo spirito di contrizione e di penitenza.
Il secondo è quello della carità e scorre per portare aiuto a tutti i miserabili che si trovano in qualche necessità, e particolarmente a coloro che tendono alla perfezione: essi vi troveranno la forza per superare gli ostacoli.
Il terzo è quello dell'amore e della luce per gli amici perfetti, che egli desidera unire a se stesso, per comunicare loro la sua scienza e i suoi desideri, perché, per una via o per l'altra, si consacrino totalmente alla sua gloria.

... Quando vi toccherà qualche pena, afflizione o mortificazione, dite a voi stessi: Accetta ciò che il Sacro Cuore di Gesù ti manda per unirti a lui.
Soprattutto cercate di conservare la pace del cuore, che supera qualsiasi tesoro. Il mezzo per arrivare a questo consiste nel non avere più volontà propria, ma quella di questo divin Cuore al posto della nostra, lasciando che voglia per noi tutto ciò che può aumentare la sua gloria, contenti di sottometterci e di abbandonarci a lui in ogni cosa.

LA TUA FORZA...DA DOVE TI VIENE??

La forza che hai per sopportare le sofferenze ,
la devi alla santa comunione frequente ,

perciò va spesso a quella fonte di misericordia
ed attingi col recipiente della fiducia tutto ciò che ti serve.

Gesù a santa faustina


domenica 6 ottobre 2013

PADRE SERAFINO E I MESSAGGI DI MEDJGORIE

PADRE SERAFINO TOGNETTO
E' INTERESSANTISSIMO
...NON VI ANNOIERETE DI SICURO

...E' PROPRIO UN BEL TIPO

...E' QUASI LUMINOSO TANTO E' PIENO DI DIO

ECCO LA CATECHESI
BASTA COPIARE QUESTO LINK
E SCARICARLO SUL VOSTRO COMPUTER
O CLICCARE DIRETTAMENTE ED ASCOLTARLO

https://dl.dropboxusercontent.com/u/49612329/PADRE%20SERAFINO%20TOGNETTO/P%20SERAFINO%20E%20MEDJGORIE%2020130101_1800.MP3

guarda bene la realta'...il concreto e' sotto , e' nascosto...ed e' per te!!!

Sto leggendo la vita di Don Giussani
ecco a pag. 25 cosa dice


Dopo decine e decine di volte che lo avevo ascoltato , una volta ,
mentre ero seduto in sala, mio papà mise su ancora questo pezzo:
improvvisamente ho capito che non avevo compreso niente di quello che era la goccia.
Non era l'ascolto istintivo del pezzo che faceva emergere la sua verità:
il suo significato vero era una cosa apparentemente monotona ,
tanto monotona da ridursi a una nota sola che si ripete continuamente ,
con qualche leggera variazione , dal principio alla fine.
Ma quando un uomo s'accorge di questa nota ,
è come se il resto passasse ai margini ,
diventasse come la cornice di un quadro
...ho detto a me stesso

"Così è la vita .

Nella vita l'uomo è percosso dalle cose che lo inteneriscono
e lo attraggono più istintivamente , che gli piacciono.
Insomma domina l'istinto , l'immediato , il facile, il travolgente.
E invece la vita sta al di là della musica in primo piano:
è una nota sola dal principio alla fine ,
da quando si è fanciulli a quando si diventa vecchi .
Per Giussani quando uno s'accorge di questa nota
"non la perde più, non può più perderla :
resta una fissazione , ma è la fissazione che fa il saggio , il sapiente , l'intelligente .
È la fissazione che fa l'uomo :
il desiderio della felicità.

Preludio n.15 chopin

che bello!!!

DIVINA COMMEDIA

...SERVE NELLA MIA VITA
OGGI LEGGERE DANTE??

PIU DANTE SCENDE NELL'INFERNO
E PIU MI ACCORGO CHE LI C'E TANTO
DA RACCOGLIERE

...LA PENE SONO GENIALI

...MI VIENE IN MENTE QUELLI CHE SONO FUORI DELL'INFERNO
SI CHIAMANO GLI IGNAVI
E CHI SONO GLI IGNAVI
E' UN TERMINE CHE NON SI USA PIU'
...SONO QUELLI CHE NON SI SONO MAI VOLUTI SCHIERARE
NE CON IL BENE NE CON IL MALE
DICIAMO QUELLI CHE SI FANNO LA PALIZZATA ATTORNO E FUORI
...A ME NON INTERESSA
...MI VIENE IN MENTE UN PO IL RICCO EPULONE
CHE IN DEFINITIVA IL MALE NON LO HA FATTO
...NON HA SCACCIATO LAZZARO,
MA NEANCHE LO HA AIUTATO

...E LA LORO PENA QUALE E'?

...RINCORRERE UNA BANDIERE CHE NON PRENDERANNO MAI
...QUELLO CHE NON HANNO MAI VOLUTO
SEGUIRE ORA LO DEBBONO FARE

...OPPURE I BESTEMMIATORI
...EH CHE PENA POTRANNO MAI AVERE??
...BEH E' BELLISSIMA
...SONO OBBLIGATI A RIMANERE
CORICATI PER TERRA A GUARDARE IL CIELO
...IMPRECAVANO E ADESSO SONO OBBLIGATI
A VEDERE LA REALTA'

BASTA CLICCARE QUI SOTTO

https://dl.dropboxusercontent.com/u/49612329/DIVINA%20COMMEDIA%20FRNCESCO%20AGNOLI%2020130930_1800.MP3

info@cervinitarghe.it

venerdì 4 ottobre 2013

PREGHIERA DOPO LA COMUNIONE

Tu conosci Padre il mio cuore e le ferite della mia vita.
Tu conosci tutto quello che avrei voluto fare...e che non ho fatto,
quello che ho compiuto.
Tu conosci i miei limiti, i miei errori e il mio peccato.
Conosci i traumi e i complessi della mia vita.

...entra nel mio cuore e donami la pace,
riempimi d'amore.
Noi sappiamo che l'amore scaccia il timore.
Passa nella mia vita e guarisci il mio cuore.
Sappiamo, Signore Gesù che tu lo fai sempre, quando te lo chiediamo;
e io te lo sto chiedendo con Maria.
Cambia il mio cuore e dammi un cuore generoso,
un cuore affabile, pieno di bontà, un cuore nuovo...il tuo.

Ti rendo grazie, o Padre ,
per quello che oggi stai compiendo nella mia vita.
Ti ringrazio con tutto il cuore,
perchè mi guarisci, perchè mi liberi,
perchè spezzi le catene e mi doni la libertà


...che bello!!!

dal messalino pag 517-518

e adesso...vuoi essere felice??

La principale causa delle vostre sofferenze
e' perchè guardate troppo le cose terrene

...troverete la vostra felicità
quando non la cercherete più

lettere ad una sorella
Santa Teresina del Bambin Gesù

Tu vuoi essere l'amore...???

8 giugno
Dice Gesù:
"Senza il Padre io non sarei stato.
Ma senza lo Spirito io non sarei venuto.
Perché è stato l'amore del padre che mi ha mandato .
E Noi siamo tanto più presenti e operanti in un cuore quanto più vivo è in esso l'amore .
Ecco perciò la necessità di possedere in voi l'amore, ossia lo Spirito Santo.

DIARI DEL 1946 DI MARIA VALTORTA

Fine della citazione



POVERTA' ALTRO INPUT PER TROVARE AMORE

Se ci fai caso, ci sono tanti modi per essere poveri,
pur senza rinunciare al necessario con cui vivi.
Essere poveri significa essenzialmente ringraziare Dio
per ogni evento che ci accade nella vita, bello o brutto che sia.
...Quando Dio vede che il tuo impegno si muove in questa direzione,
egli riconosce nel tuo volto i tratti di Gesu' suo Figlio,
e ti copre con la sua benedizione...

dal messalino pag 306

State sempre lieti,
pregate incessantemente,
in ogni cosa rendete grazie

1 Ts 5,16-18





E' inutile se vogliamo incontrare veramente Gesu' e non imbrogliare noi stessi dobbiamo amarlo

...ma tu gli dici a Gesù che lo ami???
O fai come Pietro...al massimo gli dici che gli vuoi bene!!!

...in questo ...solo in questo dobbiamo essere violenti,
non verso gli altri...ma in questo si

...abbiamo bisogno di amarlo,...Come di respirare

...abbiamo bisogno di forza
...e la cerchiamo dove non c'è
...anzi dove c'è solo debolezza

Solo se lo amiamo non lo perderemo
... diciamoglielo,... anche se non lo sentiamo,
anche se non riusciremo mai ad amarlo come lui ci ama
...tanto lui lo sa'
...ma desidera sopra ogni altra cosa il nostro amore
...poi continuando a dirglielo, lui ce lo dara' veramente
, perché?
...semplice perche' e' parola di Dio
"ti sarà dato ciò che vuoi essere"
ecclesiaste

Io sarò l'amore
S.teresina
...che bello!!
È solo per me ???

Direi che è per chi lo cerca con tutto se stesso,
lui non sarebbe Dio se facesse preferenze,
solo per il fatto che tu vivi
...l'amore è per te
...chiedilo...è gratis,
e quando lo hai
aiuta gli altri per guarire te stesso.

e' bello questo messaggio di Maria
noi guariamo mentre aiutiamo gli altri
...il Signore ha messo un tesoro
e lo ha nascosto nel tuo prossimo
e non dentro te stesso
...quando uno pensa solo a se
...praticamente cosa diciamo??
...che e' ripiegato su se stesso

...si guarda, si sta guardando

invece di guardare l'altro

...e quindi trova solo la sua poverta'





giovedì 3 ottobre 2013

MESSAGGIO A MIRIANA DEL 2 OTTOBRE E COMMENTO DI FRA SILVANO

Messaggio a Mirjana 2 ottobre 2013

1° decina: il messaggio

Cari figli, vi amo con materno amore e con materna pazienza aspetto il vostro amore e la vostra comunione. Prego affinché siate la comunità dei figli di Dio, dei miei figli. Prego affinché come comunità vi ravviviate gioiosamente nella fede e nell'amore di mio Figlio. Figli miei, vi raduno come miei apostoli e vi insegno come far conoscere agli altri l'amore di mio Figlio, come portare loro la buona novella, che è mio Figlio. Datemi i vostri cuori aperti e purificati, e io li riempirò di amore per mio Figlio. Il suo amore darà senso alla vostra vita ed io camminerò con voi. Sarò con voi fino all'incontro con il Padre Celeste. Figli miei, si salveranno solo coloro che con amore e fede camminano verso il Padre Celeste. Non abbiate paura, sono con voi! Abbiate fiducia nei vostri pastori come ne ha avuta mio Figlio quando li ha scelti, e pregate affinché abbiamo la forza e l'amore per guidarvi. Vi ringrazio.

2° decina:

Cari figli, vi amo con materno amore

"Amore" è la parola più presente, con varie declinazioni, il verbo compare in questo messaggio ben 9 volte. Tra le righe emerge con chiarezza e forza la figura di Maria che come mamma non tralascia nessuna azione che possa giovare alla salvezza dei suoi figli:

- ci aspetta con pazienza,

-continuamente prega e intercede per noi,

-ci raduna attorno a sé, riempie i nostri cuori dell'amore di suo Figlio, e ci insegna come portare la buona novella anche ai fratelli,

-cammina con noi e ci accompagna tutti i giorni,

-ci avverte, ci mette in guardia sui pericoli: "si salveranno solo coloro che con amore e fede camminano verso il Padre Celeste"

-ci incoraggia perché conosce bene la strada e sa che è possibile a tutti di percorrerla, lei è in grado di aiutarci a superare ogni ostacolo: "Non abbiate paura, sono con voi!

-ci esorta ad accostarci con fiducia a coloro che Gesù ha scelto per confessarci, per celebrarci la santa Messa, coloro cioè attraverso i quali Gesù ci vuol fare arrivare la sua grazia.

Come si fa a riassumere tutti questi aspetti dell' "Amore"? "Cari figli vi amo con amore materno"









3° decina:

sono con voi!

Questa mamma così presente, così attiva, è però ignorata da tanti, il suo amore non è percepito da tutti. Maria infatti è anche una mamma discreta e rispettosa della nostra libertà: ci offre la grazia, il cammino è nostro; lei ci affianca, è disponibile a ogni sacrificio pur di salvare un suo figlio, ma ci può aiutare solo se lo desideriamo, solo se glielo chiediamo, non può andare oltre il limite imposto dalla nostra libertà. Con le Mille Ave Maria camminiamo anche noi con lei, diveniamo sempre più consapevoli della sua presenza e del suo amore, ci apriamo sempre più alla sua azione di grazia.

4° decina:

Figli miei, vi raduno come miei apostoli e vi insegno come far conoscere agli altri l'amore di mio Figlio, come portare loro la buona novella, che è mio Figlio

I nostri Cenacoli di preghiera sono il luogo dove Maria ci raduna come suoi Apostoli; essi si rivelano sempre più come un luogo privilegiato dove Maria con la sua presenza ci insegna un modo di pregare che ci riempie di gioia, ci rafforza nella fede e ci riempie dell'amore del suo Figlio. Prego affinché siate la comunità dei figli di Dio, dei miei figli. Attraverso i nostri cenacoli Maria trasforma quelli che prima erano semplici amici, o parenti, in una comunità di figli di Dio, di suoi figli. i cenacoli stanno diventando dei modelli, piccoli fuochi accesi in grado di dare intuizioni ad esempio, su come fare un percorso da figli di Dio anche nelle altre comunità dove siamo inseriti: famiglia, parrocchia... Poco alla volta attraverso questo modo di pregare ci sta insegnando come accendere anche in altri la lampada della fede: pregando per l'apertura dei loro cuori.



5° decina:

...io camminerò con voi. Sarò con voi fino all'incontro con il Padre Celeste.

Questa mamma ci accompagna sempre, e giorno per giorno ci indica le mete, verso cui camminare, fino a quando la nostra strada sfocerà nella salvezza. Ci sono dei momenti in cui questa mamma ci aiuta a fare una verifica, mette sul tavolo la cartina stradale e guarda insieme a noi il percorso. Fatima 18-20 ottobre, sarà per noi uno di questi momenti di verifica. Negli ultimi mesi è emerso sempre più chiaramente che attraverso questo percorso di preghiera, Maria ci fa collaborare al Trionfo del suo Cuore Immacolato. Così il 18-20 ottobre con una rappresentanza degli "Apostoli della Pace" andremo a Fatima per capire sempre meglio il percorso che Maria vuole indicarci. E' evidente che non tutti possiamo andare a Fatima fisicamente, ma è anche vero che tutti siamo invitati a partecipare in prima persona al cammino che Maria ci vuole suggerire. Perciò invito tutti coloro che si sentono parte di questo cammino degli Apostoli della Pace a venire a Fatima con il cuore, a partecipare a questo momento di verifica con Maria attraverso la preghiera. Chi lo desidera può fare, in modo personale, una novena con la Coroncina della Divina Misericordia a partire da venerdì 11 fino al sabato 19 ottobre. Chiediamo insieme a Maria come possiamo collaborare al Trionfo del suo Cuore Immacolato, qual'è la prossima tappa verso la quale ci invita a camminare.



Benedizione finale

Il Signore Gesù vi benedica e faccia dei vostri cenacoli delle comunità di figli di Dio sempre più gioiosi, sempre più ricchi di fede e di amore.

fr. Silvano