domenica 31 agosto 2014

Perché entrare in clausura quando si può fare tanto bene nel mondo?



Madre Cristiana Piccardo, monaca cistercense della stretta osservanza, è l’autrice del libro presentato al Meeting di Rimini dal titolo “La storia, maestra di Fede, di Speranza, di Carità (edizioni Lindau). Racconta in soli quattro capitoli tutto quanto ha visto e vissuto quando era badessa a Vitorchiano, monastero trappista in Lazio, e in seguito a Humocaro in Venezuela, partendo dagli anni che precedono il Concilio Vaticano II. A presentare il volume è stato chiamato don Gianluca Attanasio della Fraternità dei Missionari di San Carlo Borromeo. Attanasio è un prete milanese inviato come missionario a Torino e conosce il monastero di Vitorchiano ormai da più di venticinque anni.

Così racconta la sua esperienza: “Sono andato la prima volta a Vitorchiano quando avevo vent’anni, avevo già sentito la chiamata a essere prete. Eppure la clausura mi sembrava assurda. Questo pregiudizio mi ha impedito di incontrare le monache. Perché entrare in clausura oggi quando si può fare tanto bene nel mondo?” Gianluca diventa prete e con don Massimo Camisasca, fondatore della Fraternità, ritorna a Vitorchiano: “Sono rimasto folgorato dalla letizia e dalla gioia che splendeva sul loro volto. Sono più contente di me, mi sono detto, anche se la loro vita è lavoro e preghiera restando sempre nello stesso posto, in un mondo in cui viaggiare è quasi un obbligo”. In seguito incontra più volte le monache: ragazze belle, che hanno studiato, che avevano una carriera. “Ma che cosa vivono queste donne?” si chiede padre Attanasio. E la risposta: “Guardano e cercano il volto di Cristo che dà loro la felicità”.

Il libro è un racconto di madre Cristiana alle novizie. La monaca parla del cammino di Vitorchiano, monastero dal quale sono partite in diversi tempi monache che hanno fondato altri monasteri nel mondo: in Venezuela, in Perù, in Argentina, nelle Filippine (da cui è sorto un monastero a Macao, in Cina). Il libro, spiega don Gianluca, può essere letto tenendo conto di alcune parole che ne rappresentano la chiave di lettura. “La prima parola è esperienza, perché il rapporto con Cristo di queste monache è un’esperienza reale”. La seconda è tradizione, anzi “tradizione viva”. Madre Cristiana racconta il suo primo incontro con madre Pia, la badessa di allora, monaca fedele alle regole e appassionata a Cristo. È stata lei a insegnarle che la vita religiosa è una vita a due, la monaca e Gesù Cristo, contraria in radice alla solitudine.

La monaca nel suo racconto rievoca i tempi precedenti al Concilio Vaticano II, in cui la vita monastica era silenzio, preghiera, digiuno, ma anche individualismo. “Il Concilio ha fatto irruzione segnando un passaggio da un’osservanza delle regole a una vita di comunione”, commenta don Attanasio, che prosegue: “Si scopre la sorella e il volto della sorella diventa un bisogno, la comunione investe tutta la vita”. L’incontro di madre Cristiana con don Luigi Giussani provoca un cambiamento enorme a Vitorchiano. Con l’ingresso in monastero di molte ragazze di Gs e poi di Cl, si incontrano due generazioni di monache: le vecchie contadine con le giovani che venivano dalla scuola. Eppure la comunione è totale. Com’è stato possibile? “Basta uno sguardo”, dicono.

La terza chiave di lettura del libro è la missione. Notevole l’esempio del monastero sorto nella Repubblica Ceca. In una nazione atea e da molto tempo senza religione, le nove monache partite da Vitorchiano in tre anni sono diventate diciotto.
Il libro è scritto con un linguaggio poetico e in un mondo spesso segnato da divisioni e disumanità fa conoscere un esempio di vita di pace e di comunione. Perché, osserva don Gianluca, “se non esistono luoghi dove diventano vita quotidiana, come si fa a predicare la pace e la fratellanza?”

Chiude l’incontro il moderatore Camillo Fornasieri, direttore del Centro culturale di Milano: “Il cuore con cui vivono queste suore è lo stesso cuore dei preti delle baraccopoli, genera comunione e costruisce un luogo in cui è possibile vivere”.



http://www.aleteia.org/it/religione/contenuti-aggregati/perche-entrare-in-clausura-quando-si-puo-fare-tanto-bene-nel-mondo-5779508925825024

La storia di padre Charly, nelle periferie di Buenos Aires





Nelle villas per incontrare Cristo

venerdì 29 agosto 2014

La storia di padre Charly, nelle periferie di Buenos Aires

Lo potete vedere girare su un furgoncino, con i megafoni sul tetto, per le strade in terra battuta delle villas e fare un bollettino parlato d’informazione, una specie di giornale radio. 
«Me siento un portero», dice scherzando. Infatti, la giornata di ieri l’ha passata muovendosi da una parte all’altra, come un portiere di calcio, per cercare di incontrare tutti i giornalisti che desideravano intervistarlo appena lo hanno visto arrivare al Meeting. Ha trentatrè anni ma lo sguardo è quello di un ragazzo. Padre Carlos Olivero, meglio noto come padre Charly, arriva direttamente dalle periferie, le villas miserias di Buenos Aires. E in quei luoghi «non si può essere prete se non si preme a fondo l’acceleratore», come dice lui.
La sua storia, insieme a quella di molti altri preti è stata raccontata dalla giornalista Silvina Premat che ieri sera all’eni Caffè Letterario ha presentato il suo libro Preti dalla fine del mondo.
«Ho sempre pensato che avrei fatto il medico di frontiera, avevo un’inclinazione alla totalità, a fare le cose fino alla fine», inizia a raccontare padre Charly. Dallo studio della medicina si aspettava proprio questo. La sua storia inizia con un viaggio che l’ha portato da tutt’altra parte rispetto a quello che si aspettava. Il giorno della partenza per una vacanza, operano d’urgenza il suo padrino. «Io ero come un figlio per lui e ho deciso di rimanere». I suoi amici partono, ma a lui arriva dal fratello della sua fidanzata una proposta completamente diversa: un invito ad andare in una missione. «Da bambino ero molto religioso, ma poi mi ero allontanato dalla fede», continua padre Charly. L’arrivo in quella missione diventa l’occasione, invece, per riscoprirla: incontra un gruppo di alcolizzati, musicisti che avevano perso tutto naufragando nell’alcool. «In quel periodo, avevo circa vent’anni, anch’io bevevo molto. Cinque giorni a settimana ero al bar con gli amici». L’incontro con quei disperati gli riaccende il desiderio di pregare e, non appena torna a casa, ancora commosso dall’esperienza in quella missione, si ritrova nella chiesa dove andava a messa da bambino. «In quel momento, quando sono entrato, ho avuto una certezza: sentito dentro di me un senso di felicità compiuta che in qualche modo mi ha fatto capire che ero già sacerdote, che quella era la mia identità e che tutte le idee di fare il medico di frontiera erano una mia invenzione per non guardarmi fino in fondo».
L’intuizione gli verrà confermata dall’incontro con la gente che vive per strada, Quando decide di entrare in seminario ha 21 anni. Ma la realtà che incontra è molto più quieta, come la definisce lui, e a metà del suo percorso vive una profonda crisi. «O incontravo qual- cosa che fosse all’altezza di quell’esperienza inziale o avrei dovuto lasciare». Dal seminario decisero di mandarlo a vivere nelle villas, sapendo che quello era il suo desiderio. Era il 2002 quando incontrò padre Josè Maria di Paola, detto “Pepe”, che gli chiese di accompagnare i ragazzi tossicodipendenti che facevano un percorso di recupero. Inizia un nuovo capitolo della sua vita. «Io e il mio gruppo di amici avevamo conosciuto la realtà della droga. Non ne ero dipendente, ma l’avevo provata. Ma è stata solo l’irruzione di Dio nella mia vita a cambiarmi nel profondo». Questa particolare empatia verso chi è vittima della droga rimane, e da qui nasce l’Hogar de Cristo, un’iniziativa per recuperare i ragazzi delle villas tossicodipendenti. «Bisogna accompagnare i ragazzi e lavorare sulla speranza. Testimoniare qualcosa che riguardi il senso della vita e che dia loro un motivo per alzarsi al mattino», spiega Charly. 
Per Charly «lui e gli altri sono come figli. Vivere lì è lindo, bello». I poveri, i tossicodipendenti, i delinquenti diventano un luogo teologico. Questi preti non vivono nelle villas miserias per un buonismo volontario o per un ideale etico socialista. «Non è questo il motivo - conclude padre Charly - io, in loro, vedo la carne di Cristo».

Francesco Graffagnino

http://www.meetingrimini.org/news/default.asp?id=676&id_n=15552


Padre Slavko Barbaric - perdonare per avere la pace





Se non si perdona la pace non è possibile. 

1. Perdonare non è facile, questo lo sappiamo tutti sicuramente; specialmente quando le cose che non ti piacciono si ripetono, soprattutto nella famiglia. Gesù non ha detto per caso che bisogna perdonare "70 volte 7", cioè sempre. Ma noi ci troviamo molte volte in una contraddizione con noi stessi: vogliamo la pace e non vogliamo perdonare; vogliamo la pace ma non vogliamo chiedere perdono. Perché, per chiedere il perdono, bisogna avere anche un po' di umiltà; chiedere perdono significa vedere anche la parte della propria responsabilità. Qui troviamo un grande problema: vedere la propria colpa, riconoscerla e chiedere perdono. 

Io mi ricordo di questa storia vera. 
Una persona è venuta e ha detto: 
"Io non ho più la pace; non posso dormire, 
né lavorare, non posso far niente". 
E io ho chiesto quello che anche voi avreste chiesto: 
"Da quando non hai la pace e perché?" 
Mi dice:
 "Una persona mi ha ferito profondamente e ho perso la pace". 
Io ho detto allora: "Tu devi perdonare e la pace ritornerà". Ha detto: "Eh, padre, non posso, perché mi ha ferito profondamente". 
Io ho detto: "Ma tu cerchi la pace?" 
"Sì, padre; non posso dormire, non posso mangiare, non posso lavorare". Allora io ho detto:
 "Tu devi perdonare!"
 "Ah, non posso perché non è la prima volta che mi ha ferito così!" 
"Ma tu vuoi la pace!"
 "Sì padre!" 
Potevamo continuare fino all'indomani 
e mancava poco che questa persona entrasse 
in conflitto anche con me. 
Noi sappiamo tutti che quando siamo feriti, 
è difficile perdonare o chiedere perdono, 
ma, volendo la pace, dobbiamo lavorare 
su questo punto del perdono e non dire 
che è impossibile perdonare. 
Dio non può chiederci le cose impossibili. 
Se noi pensiamo che è impossibile, 
probabilmente non preghiamo abbastanza. 
Infatti la Madonna ci insegna: 

"Pregate con il cuore per poter perdonare ed essere perdonati" 
(a Ivanka 25.06.97). 
In un messaggio al gruppo di preghiera, la Madonna ha detto: 
"Se tu senti nel tuo cuore qualche cosa contro qualcuno, 
prega fino al momento in cui cominci a sentire sentimenti 
positivi verso questa persona". 
In un gruppo una persona ha reagito dicendo: 
"Ah, io dovrei pregare giorno e notte!" 
E allora prega giorno e notte fino a che riuscirai a perdonare, 
perché la pace è un profondo desiderio di tutti e vale la pena impegnarsi.
Il problema del perdono è più grave di quanto noi pensiamo, 
soprattutto nelle famiglie. 
Guardate, quando parliamo degli altri ad un amico o ad un'amica, 
come parliamo? 
Molte volte in modo negativo; 
e sempre, quando siamo tentati di parlare così,
 si tratta del problema del perdono. 
Si dice: "La mia vita è difficile a causa di mio padre, 
di mia madre, marito, moglie, suocera, nuora..." 
Sono sempre gli altri quelli che ci creano problemi! 
Quante volte abbiamo detto o sentito dire che la vita 
di mio padre o di mia madre, di mia moglie, 
o di mio marito è difficile a causa mia! 
E' molto raro vedere le difficoltà che hanno gli altri, 
per il fatto che vivono con noi, 
ma noi sempre sappiamo come è difficile la nostra vita 
a causa degli altri. 
E' sempre il problema del perdono. 
Soprattutto questa affermazione: "
Io ho ragione!" 

Ecco una storiella: 
Dio permette a satana di dominare un giorno una città; 
e satana gli chiede solo una cosa: 
lasciare che i semafori della città segnino sempre verde. 
Risultato: in un minuto confusione completa! 
In ogni incidente ognuno aveva ragione: 
quello che veniva da una parte aveva il verde, 
ma anche quello che veniva dall'altra parte aveva pure lui il verde! 
Tutti avevano ragione. 
E chi può perdonare se ha ragione? 
E chi poteva chiedere perdono se aveva ragione? 
Ecco: quante volte dalla nostra parte 
c'è sempre verde e dopo tutti sono colpevoli intorno a noi; 
solo noi no, perché abbiamo la luce verde... 
Sono sicuro che avete ascoltato 
le testimonianze dei giovani di suor Elvira. 
Una volta uno ha detto: 
"Noi ci amiamo nella comunità non perché non ci conosciamo, 
ma ci amiamo perché ci conosciamo; 
noi non abbiamo paura di dire all'altro: 
ho sbagliato. 
Ci amiamo perché conosciamo anche le debolezze l'uno dell'altro". 
Molte volte, soprattutto nelle famiglie, 
noi nascondiamo queste cose. 
E dopo si incontrano le maschere! Le maschere, non le persone! 
E così si incontrano maschere tra marito e moglie, 
tra genitori e figli e hai un teatro, non una famiglia, non una vita. 

2. Di solito diciamo che noi viviamo male a causa degli altri e non ci accorgiamo quando gli altri vivono male a causa nostra. Cioè vediamo la pagliuzza nell'occhio del fratello e non la trave che è nel nostro. Qui possiamo collaborare con Maria o con satana. Quando abbiamo esperienze negative con gli altri, quando ci hanno ferito o parlato male di noi, che cosa facciamo? Se continuiamo ad accusare, a farli responsabili per questo, a spargere in giro queste cose, noi collaboriamo con satana, perché satana fa così. Nella Bibbia si dice che satana si trova davanti al trono di Dio e ci accusa. Nei messaggi della Madonna troviamo invece questo: 
"Io prego per voi...". 
"Io intercedo per voi presso Dio...". 
La Madonna ci conosce, conosce le nostre cose buone e anche le cose cattive, ma non ci accusa, non ci condanna; 
bensì prega per noi. 
Allora, quando tu hai un'esperienza negativa con qualcuno e cominci a pregare per questa persona, tu sei in piena collaborazione con la Madonna. 
Guardate che su questo punto siamo tutti troppo deboli: 
parliamo spesso male gli uni degli altri e siamo tentati di ingigantire le storie negative; e dall'altra parte siamo tentati a diminuire il bene degli altri. 
E' sempre la collaborazione con il negativo! 
E' anche una tentazione quando uno dice: 
"Quello che ti dico è proprio vero!" 
Anche se è vero, tu diffondi le cose negative e il negativo si allarga. 
C'è un buon consiglio per tutti voi, 
soprattutto per coloro che sono molto tentati a parlare male degli altri. 
Io dico a loro: 
continuate a parlare male, 
ma a una condizione. 
Prima di raccontare le cose negative,
 a questa persona alla quale vuoi parlare, devi dire: 
"Quando termino di dirti queste cose negative, 
promettimi che pregherai un Rosario c
on me per questa persona, 
oppure che farai un giorno di digiuno 
per la persona che ti ha fatto del male". 
Sono sicuro che molti vi diranno 
che non hanno tempo di ascoltare le cose brutte e negative
... Succede spesso che anche le persone che pregano molto,
 dicono il Rosario, vanno alla Messa, ecc., 
quando si incontrano con gli altri, 
tante volte parlano male, 
fanno delle chiacchiere. 
Bisogna decidersi: con chi vuoi collaborare? 
Con la Madonna o con satana?

(16 agosto 1997 - Eco di Medjugorje n.136)

http://messaggimedjugorje.blogspot.it/2014/03/perdonare-per-avere-la-pace-dai.html?m=1

Marija Pavlovic - il nostro cuore è come un fiore


Gaudi mosaico in parco Guell a Barcellona, ​​Spagna

Il nostro cuore è come un fiore 

Marija Pavlovic, veggente, racconta: "Durante la preghiera mi è apparsa per tre volte l'immagine di un fiore. La prima volta era meraviglioso, fresco, coloratissimo. Ed io ne ero felice! Poi ho visto lo stesso fiore chiuso, appassito, aveva perduto completamente la sua bellezza. Ero triste! Ma, ecco una goccia d'acqua cadde sul fiore appassito ed esso subito riacquistò tutta la sua freschezza ed il suo fulgore! Ho cercato di capire che cosa potesse significare per me questa visione, ma non ci sono riuscita... Perciò decisi di chiederlo alla Madonna durante una delle Sue apparizioni. Le dissi: “Madonna mia, che cosa vuol dire quello che ho visto durante la preghiera? Che significato aveva quel fiore?” La Madonna sorrise e rispose: “Il vostro cuore è come quel fiore. Ogni cuore è meraviglioso nella bellezza creata da Dio. Ma quando sopraggiunge il peccato, il fiore appassisce ed il fulgore svanisce. Quella goccia caduta sul fiore per ravvivarlo, è il simbolo della Confessione. Voi, quando siete nel peccato, non potete aiutarvi da soli: vi serve aiuto”.

14 gennaio 1985  

Testimonianza di Jakov



http://messaggimedjugorje.blogspot.it/2014/06/video-testimonianza-di-jakov-colo-del.html?m=1

L'ultimo degli incontri regolari dei veggenti Mirjana, Ivanka e Jakov




Mirjana

L'ULTIMO DEGLI INCONTRI GIORNALIERI DELLA VEGGENTE MIRJANA DRAGICEVIC CON LA REGINA DELLA PACE, IL GIORNO DI NATALE 1982

“Il mio ultimo incontro regolare con la Madonna è avvenuto il giorno di Natale, il 25 dicembre del 1982. In quella occasione la Vergine rimase con me 45 minuti. Per un mese la Vergine mi aveva preparata a questo incontro. Mi aveva spiegato tutto maternamente.

Mi disse che aveva portato a termine ciò per cui aveva avuto bisogno di me. Disse che ero abbastanza consapevole e che dovevo tornare alla normale vita di tutti i giorni, come tutti I miei coetanei. Dovevo continuare a vivere senza i suoi consigli materni e senza i colloqui tanto utili con Lei. Mi ha promesso che sarà sempre con me e che mi aiuterà nei momenti più difficili della mia vita. Fino a quando vivrò con Dio, Lei mi aiuterà.

Mi ha detto che quello sarebbe stato il nostro ultimo incontro regolare, ma che mi avrebbe fatto un regalo: l'avrei vista il giorno del mio compleanno fino alla fine della mia vita.

Questo ultimo incontro con la Vergine per me è stato difficile. E' complesso descrivere con le parole il dolore che ho avvertito nell'animo sapendo che non avrei avuto più delle apparizioni giornalieri. E' come quando nella vita hai avuto qualcosa di meraviglioso e poi lo perdi. La Vergine era consapevole del mio dolore e della mia sofferenza e per rallegrarmi ha pregato con me e mi ha chiesto di cantare e osannare Dio insieme. Ho recitato la preghiera che Le avevo sempre recitato quando ero sola con Lei, il “Salve Regina”.

Ho sempre in mente le parole della Madonna:

“Mirjana, ti ho scelta e ti ho detto quanto era necessario. Ti ho anche rivelato molte cose terribili che dovrai portare con te. Pensa a queste lacrime che anch'io verso. Dovrai essere sempre coraggiosa. Hai compreso rapidamente i miei messaggi e quindi ora devi anche comprendere che io devo andare. Sii coraggiosa...!”

Tutto quello che mi ha detto dopo mi riguarda personalmente.

P.S. Il primo mese è stato davvero duro per me, ma la Vergine me lo aveva detto. Sono caduta in uno stato di profonda depressione. Evitavo tutti, mi chiudevo nella mia stanza nella quale continuavo sempre ad aspettare la Madonna. Ho pianto e l'ho invocata. Ho sentito il Suo aiuto e aspettavo il giorno del mio compleanno...

Dal 2 agosto 1987 ogni due del mese sento in me la voce della Vergine e qualche volta La vedo e prego insieme a Lei per quanti non credono.

Mirjana Dragicevic-Soldo
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Ivanka

L'ULTIMO DEGLI INCONTRI GIORNALIERI DELLA VEGGENTE IVANKA IVANKOVIC CON LA REGINA DELLA PACE, IL 7 MAGGIO 1985

La sera del 6 maggio 1985 ebbero l'apparizione Ivan, Jakov e Ivanka. L'apparizione di Ivanka durò circa 8 minuti, sei minuti in più degli altri. Durante questa apparizione, la Gospa affidò a Ivanka il decimo segreto, e fini di parlarle del futuro del mondo. La Vergine le disse che il giorno successivo l'aspettava sola, senza gli altri veggenti.

Il giorno 7 maggio 1985 Ivanka ebbe l'apparizione a casa. A Padre Slavko Barbaric ha consegno un foglio di carta sul quale aveva scritto:

“Come tutti i giorni la Vergine arrivò e mi salutò con "Sia lodato Gesù Cristo!" ed io Le risposi dicendo "Sempre siano lodati Gesù e Maria". Non avevo mai visto la Beata Vergine Maria bella come quella sera. Era così eterea e soave! Indossava il vestito più bello che io avessi mai visto in tutta la mia vita. Quest'abito scintillava d'oro e d'argento. Il suo velo e la sua corona lo stesso. Insieme a Lei c'erano due angeli. Erano vestiti come la Madonna. Era così bella, come pure gli angeli, che le parole non sono sufficienti a descriverLa. Bisogna solo viverlo. La Vergine mi chiese cosa desiderassi. Io la pregai di farmi vedere mia madre terrena. La Vergine sorrise e fece un cenno col capo. All'improvviso apparve la mia mamma, sorrideva. La Vergine mi disse di alzarmi ed io le ubbidii. La mamma mi abbracciò, mi baciò e mi disse: "Figlia mia, sono così orgogliosa di te!" Mi baciò e scomparve.

Poi la Beata Vergine Maria mi disse:

"Cara figlia mia, oggi è il nostro ultimo incontro! Non essere triste, perchè io verrò a farti visita in occasione di tutti gli anniversari tranne il prossimo. Figlia mia, non pensare di aver commesso qualche errore e che per questo motivo non verrò più a farti visita. Non hai fatto nulla! Tu hai accolto con tutto il cuore e realizzato i piani che mio Figlio ed io avevamo. Sii felice, perchè io sono tua Madre che ti ama con tutto il cuore. Ivanka, grazie per aver risposto alla chiamata dal mio Figlio e per essere stata così perseverante come Lui si aspettava. Figlia, di ai tuoi amici che mio Figlio ed io saremo sempre con loro quando ci cercheranno ed invocheranno. Quello che ti ho detto in questi anni a proposito dei SEGRETI non riverlarlo a nessuno, fino a quando io non te lo dirò. Ivanka, la grazia che tu ed i tuoi fratelli avete ricevuto non l'ha ricevuta nessuno fino ad ora in terra!"

Dopo queste parole chiesi alla Vergine se potevo baciarLa. Ella fece un semplice cenno col capo ed io La baciai. Le chiesi la Sua benedizione. Mi benedì, sorrise e mi disse: "Va' nella pace di Dio!"

Si allontanò lentamente e con Lei anche i due angeli. La Beata Vergine Maria era così serena. Rimase con me un'ora.

Ivanka Ivankovic-Elez

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Jacov

L'ULTIMO DEGLI INCONTRI GIORNALIERI DEL’ VEGGENTE JAKOV COLO CON LA REGINA DELLA PACE, IL 12 SETTEMBRE 1998

Durante il suo viaggio in America, da Miami, Jakov ci ha mandato il seguente testo:

“Venerdì, 11 settembre, durante l'apparizione quotidiana, la Madonna mi ha detto di preparami in preghiera in modo particolare per l'apparizione del giorno successivo, perché mi avrebbe affidato il decimo segreto. Sabato, 12 settembre la Madonna è venuta alle 11,15 (ora locale). Quando è venuta mi ha salutato come sempre col saluto: "Sia lodato Gesù Cristo". Mentre mi affidava il decimo segreto era triste.

Dopo, con un dolce sorriso, mi ha detto:

“Caro figlio! Io sono tua Madre e ti amo incondizionatamente. Da oggi non ti apparirò più ogni giorno, ma soltanto il giorno di Natale, il giorno della nascita di mio Figlio. Non essere triste perché io sarò sempre con te come madre e come ogni vera madre non ti abbandonerò mai. Tu continua a seguire la via di mio Figlio, via di pace e di amore e cerca di perseverare nella missione che ti ho affidato. Sii esempio di un uomo che ha conosciuto Dio l'amore di Dio. Gli uomini vedano sempre in te l’esempio di come Dio opera negli uomini e di come opera attraveso di loro. Io ti benedico con la mia benedizione materna e ti ringrazio per aver risposto alla mia chiamata.”

L’apparizione è terminata alle 11,45.”

N.B. In una breve telefonata con p. Slavko Barbaric, Jakov disse di aver pianto a lungo e che era molto triste

http://messaggimedjugorje.blogspot.it/2014/05/l-degli-incontri-regolari-dei-veggenti.html?m=1

Padre Slavko Barbaric - messa


 se noi partecipiamo alla Messa, 
la nostra vita deve diventare la Messa 
per gli altri in senso un po’ largo. 
Per esempio, chi chiede perdono nella Messa al Signore, 
deve perdonare: 
"Perdonando nella famiglia o dove si trova continua la Messa". 
Dove uno da una testimonianza e parla di Dio agli altri, 
soprattutto nella famiglia, 
continua la Messa. 
Dove uno fa qualche cosa di bene o si offre per gli altri, 
continua la Messa. 
Dove uno dice una parola di consolazione, 
una parola ai tristi, ai disperati, 
ecco che dice una parola che guarisce. 
Partecipando alla Messa, 
o diventiamo gente eucaristica, 
gente che si offre per gli altri, 
o nella Messa siamo i più grandi egoisti: 
vogliamo che Dio ci perdoni, 
che sia misericordioso,
 che ci parli, 
che si offra per noi,
che ci guarisca 
e dopo noi non vogliamo 
continuare questo nella nostra vita.

Bisogna capire questo: 
la Messa è una grande provocazione per noi tutti: 
celebrandola con il cuore, 
noi siamo invitati a comportarci 
con gli altri come Gesù si comporta con noi. 
E così, dice la Madonna: 
"Vivendo ogni giorno la santa Messa, 
sentirete il bisogno della santità e crescerete nella santità". 
"Crescere nella santità" 
significa essere guarito dalle conseguenze 
del peccato e capaci quindi di crescere nell’amore, 
nella pace, nella gioia, nella speranza, 
in tutti questi valori positivi, in tutte queste virtù.
 
Allora la Messa deve diventare la nostra vita 
e nella Messa potremo deciderci a crescere nella santità.

Padre Slavko Barbaric

http://messaggimedjugorje.blogspot.it/2014/07/la-messa-sia-per-voi-il-regalo-della.html?m=1

A voi tocca testimoniare Gesù Cristo lì...forza, coraggio, avanti!


Papa Francesco ha incontrato stamani a Casa Santa Marta padre Jorge Hernandez, missionario argentino dell’Istituto del Verbo Incarnato, parroco a Gaza. Un colloquio intenso, che ha ripercorso i momenti drammatici di queste ultime settimane. Subito dopo l'incontro con il Papa,la testimonianza di padre Hernandez:

D. – C’è qualche parola di Papa Francesco che l’ha particolarmente colpita in questo incontro?
R. – E’ proprio quella della testimonianza cristiana. Ha detto: “il Vangelo esige dei sacrifici che Gesù Cristo chiede a ognuno di noi, in diversi luoghi. A voi tocca testimoniare Gesù Cristo lì, nella terra che l’ha visto soffrire, che l’ha visto morire che però pure l’ha visto resuscitare. Dunque, forza, coraggio, avanti!”. Sono state queste le parole di Papa Francesco che ci hanno veramente toccato.


D. – Chiaramente, Papa Francesco ha impegnato tutto se stesso per la pace in Terra Santa con il suo viaggio, l’immagine fortissima al Muro di Betlemme, e poi con l’incontro di pace qui, a pochi metri, nei Giardini Vaticani. Come viene percepito anche dai non cristiani questo impegno di Francesco, anche alla luce di questo incontro che sottolinea questa attenzione?
R. – E’ un impegno di vita, un impegno esistenziale e concreto, a dire che la pace è possibile, che tutti e due i popoli possono vivere in pace, testimoniando soprattutto il Principe della pace, che è Gesù Cristo. I frutti del pellegrinaggio di Papa Francesco noi li vediamo già ora e li vedremo più avanti: il fatto di avere conquistato i cuori delle persone, di avere messo una parola buona per tutti e due gli Stati è stato per noi una grazia enorme.


D. – Quale appello si sente di fare, attraverso gli ascoltatori della Radio Vaticana, per la sua gente, per la sua terra?
R. – ... io non so come ringraziare tante persone di tutta l’Italia, di tutto il mondo, che ci sono state vicine. Soprattutto i malati, che hanno offerto le loro sofferenze, pregando e supplicando per questa pace. Noi, tutti i cristiani delle parrocchie di Gaza, spesso preghiamo per le persone che pregano per noi, sia nella Messa, sia con il Rosario, sia nell’adorazione eucaristica … Ecco, volevo approfittare solo per dire grazie e che Dio vi benedica.

http://www.aleteia.org/it/dal-mondo/contenuti-aggregati/il-papa-riceve-parroco-gaza-p-hernandez-momento-di-grazia-e-incoraggiamento-5806784115638272?utm_campaign=NL_it&utm_source=daily_newsletter&utm_medium=mail&utm_content=NL_it-30/08/2014

Terra di Maria - Una storia inventata?



c'è una bella preghiera in questo filmato
che se la ripetiamo anche noi assieme 
al signore con la barba

...beh direi che ci emozioneremo in 2
...non solo Dio ma anche noi

che il signore vi benedica

Terra di Maria - L'avvocato del diavolo

sabato 30 agosto 2014

il silenzio




Dio non fa sentire la sua voce 
in mezzo al tumulto 
e alle preoccupazioni mondane, 
ma conduce l'anima 
alla solitudine e nel silenzio, 
per parlare al suo cuore.

Nicola Festa

laparola.it

venerdì 29 agosto 2014

un bimbo



Un bimbo impiega due anni 
per imparare a parlare, 

un uomo impiega una vita 
per imparare a tacere.

https://www.facebook.com/sonia.fiore.501?fref=nf

...chi mi ha nascosto l'astuccio??

Foto

https://www.facebook.com/sonia.fiore.501?fref=nf




gesù

Foto: Chiediamo la grazia di non essere ciechi di fronte ai bisogni degli altri. Gesù non è distante.. è il nostro prossimo!


https://www.facebook.com/sonia.fiore.501?fref=nf

ognuno dica ciò che vuole



"Ognuno dica ciò che vuole: 
Medjugorje è oggi nel mondo 
il luogo in cui avvengono 
più confessioni e più conversioni. 
Nel mondo! 
Il Vangelo ci dice: 
"Dai frutti si riconosce la pianta." 
E io in questo fenomeno Medjugorje 
mi ci sono infilato subito, 
nell'anno stesso dell'inizio delle apparizioni." 
(Don Gabriele Amorth).


https://www.facebook.com/sonia.fiore.501?fref=nf

L'orrore dei bambini usati nei conflitti



L'orrore dei bambini usati nei conflitti


"Fratelli e sorelle, mai la guerra!
Mai la guerra! 
Penso soprattutto ai bambini, ai quali si toglie la speranza
di una vita degna, di un futuro:
bambini morti, bambini feriti, bambini mutilati, bambini orfani
bambini che hanno come giocattoli residui bellici
bambini che non sanno sorridere.
Fermatevi, per favore! Ve lo chiedo con tutto il cuore.
E’ l’ora di fermarsi!
Fermatevi, per favore"

PAPA Francesco all'Angelus- 27 luglio scorso


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L'ULTIMO ATTO

Per amore Gesù è venuto sulla terra per te 2010 anni fa, tutto quello che ha fatto, l'ha fatto per amore dell'umanità....

L'ULTIMO ATTO

La vita di una persona consiste 
in un insieme di avvenimenti 
di cui l'ultimo potrebbe anche cambiare 
il senso di tutto l'insieme.

Italo Calvino


La riflessione

 «Chi ha imparato a morire» 
diceva Montaigne 
«ha disimparato a servire».

Il senso del proprio limite,
segnato appunto dalla morte, 
riesce infatti a creare una scala di valori più autentica 
e a liberare la persona da tante remore, 
paure e condizionamenti esteriori.


laparola.it

(Testo tratto da: G. Ravasi, Le parole del mattino, Mondadori)

giovedì 28 agosto 2014

primi messaggi di maria al gruppo di preghiera di medjgorie guidato da lei




Se volete essere felici, 
fatevi una vita semplice e umile. 
Pregate molto e non andate nella profondità dei problemi: 
lasciateli risolvere a Dio.
Messaggio del 10 novembre 1983

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Desidero che qui si formi un gruppo di preghiera 
composto da persone disposte a seguire Gesù senza riserve.
Messaggio del 28 maggio 1983

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Ogni mattina dedicate almeno cinque minuti 
di preghiera al Sacro Cuore di Gesù 
e al mio Cuore Immacolato perché vi riempiano di sè. 
Il mondo si è dimenticato di venerare 
i Sacri Cuori di Gesù e Maria. 
In ogni casa siano poste le immagini dei Sacri Cuori 
e ogni famiglia li veneri. 
Supplicate ardentemente il mio Cuore 
e il Cuore di mio figlio e riceverete tutte le grazie. 
Consacratevi a noi. 
Non è necessario ricorrere 
a particolari preghiere di consacrazione. 
Potete farlo anche con parole vostre, 
secondo quello che sentite.
Messaggio del 2 luglio 1983
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Pregate, pregate, pregate! 
Non otterrete nulla con le chiacchiere 
ma solo con la preghiera. 
Messaggio del 27 ottobre 1983

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Se pregate e digiunate, 
tutto ciò che chiedete l’otterrete.
Messaggio del 29 ottobre 1983

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Pregate e digiunate! 
Non meravigliatevi se insisto nel dirvi così. 
Non ho altro da dirvi. 
Non solo dovete aumentare le vostre preghiere, 
ma cercare di sentire un anelito continuo verso Dio. 
La vostra stessa vita deve trasformarsi in preghiera! 
Dunque pregate quanto potete, 
come potete, dove potete, ma sempre di più. 
Ognuno di voi potrebbe pregare 
anche quattro ore al giorno.
Messaggio del 3 novembre 1983

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Non desidero più essere colei 
che voi rifiutate continuamente dicendo: 
“Lasciamo stare per ora!” 
Non voglio più stare con voi sapendo che per voi 
è indifferente se sono con voi o meno. 
Dovete pregare e non dire: 
“Non ha importanza se oggi non abbiamo pregato”. 
Se voi perseverate nella preghiera e nel digiuno, 
otterrete tutto ciò per cui pregate.
Messaggio del 15 ottobre 1983

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Ciò che è più importante per poter pregare bene 
è avere un continuo desiderio di Dio 
e un gran desiderio di salvare le anime. 
Lasciatevi guidare da questi due desideri: 
l’anelito a Dio e la salvezza degli uomini. 
Allora pregherete volentieri 
e troverete facilmente il tempo per la preghiera.
Messaggio del 9 ottobre 1983

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Non agitatevi, non preoccupatevi. 
Ogni agitazione viene da Satana. 
Voi siete figli di Dio: 
dovete essere sempre calmi, nella pace, 
perché Dio guida tutto.
Messaggio del 29 agosto 1983

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Non meravigliatevi se vi dico questo: 
voi siete proprio deboli perché pregate poco. 
Se siete molto occupati con lo studio o con il lavoro, 
pregate come minimo 
per mezz’ora al mattino e alla sera. 
Poi cercate altro tempo per la preghiera 
durante la giornata. 
Vi raccomando in modo particolare 
di partecipare alla messa quotidiana.
Messaggio del 2 settembre 1983

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Desidero che tutta la vostra vita 
diventi preghiera!
Messaggio del 8 agosto 1983

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Non dimenticate: 
ogni forma di turbamento viene da Satana!
Messaggio del 11 agosto 1983

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State bene attenti a non spegnere 
in voi lo spirito di preghiera. 
Satana è arrabbiato con coloro 
che digiunano e si convertono.
Messaggio del 15 agosto 1983

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Desidero solo che siate felici, 
che siate pieni di gioia, 
che siate pieni di pace 
e che annunciate a tutti questa pace!
Messaggio del 29 luglio 1983

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Dio condurrà a buon fine le vostre cose terrene 
se voi vi sforzerete di aprirvi alle sue; 
estendete lo spirito di preghiera al lavoro quotidiano, 
cioè accompagnate il lavoro con la preghiera; 
coloro che non possono pregare tre ore al giorno 
perché vanno a scuola o al lavoro, 
preghino almeno mezz’ora al mattino e mezz’ora alla sera e, 
se possibile, partecipino all’Eucarestia. 
Siate prudenti perché Satana tenta 
in modo particolare tutti coloro 
che hanno deciso di abbandonarsi a Dio; 
cercherà di convincervi che pregate e digiunate troppo, 
che è meglio essere come gli altri giovani 
che cercano i piaceri di questo mondo; 
non dovete assolutamente ascoltarlo 
ma prestate attenzione solo alla mia voce; 
quando poi la vostra fede sarà consolidata 
Satana non riuscirà più a sedurvi. 
Pregate molto per il Papa, 
il vostro vescovo e gli altri responsabili della Chiesa: 
non meno della metà dei vostri sacrifici 
e preghiere deve essere consacrata a questa intenzione.
Messaggio del 24 giugno 1983

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Pregate! Pregate sempre! Pregate 
non solo quando siete nella sofferenza, 
ma anche nella gioia. 
Dovete vivere di preghiera!
Messaggio del 4 dicembre 1983

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(La veggente Jelena Vasilj racconta l’esperienza del dolore avuta in una visione, n.d.r.) Mi è apparsa la Madonna in una luce così forte che non potevo tenere gli occhi aperti. Poi ho cominciato ad avere male alla testa e un po’ alla volta il dolore si è esteso a tutto il corpo. La Madonna per due volte mi ha ripetuto: “Pregate affinchè il mio amore si estenda a tutto il mondo!” Poi aggiunse: “Tu devi conoscere le miserie di questo mondo. Stasera te le mostrerò. Guardiamo l’Africa”. E così mi ha mostrato della gente povera che costruiva case di argilla mentre alcuni ragazzi portavano della paglia. Poi vidi una madre col suo bambino che piangendo si recava presso un’altra famiglia per chiedere se avevano qualcosa da mangiare perché il suo bambino stava per morire di fame. Le risposero che non avevano più nulla, neanche un po’ d’acqua. Quando quella donna tornò dal suo bambino scoppiò a piangere e il bambino le chiese: “Mamma, sono tutti così nel mondo?” Ma la madre non gli rispose. Accarezzò il bambino che dopo poco morì. E con gli occhi pieni di lacrime la mamma disse ad alta voce: “Ci sarà qualcuno che ci ama?”. Poi mi apparve un’altra donna negra che cercava nella sua casa qualcosa da mangiare per i suoi figli ma non trovò neanche delle briciole. E i suoi numerosi bambini piangevano per la fame e si lamentavano dicendo: “Ci sarà qualcuno che ci vuol bene? Ci sarà qualcuno che ci donerà un po’ di pane?” Poi riapparve la Madonna che mi disse: “Adesso ti mostrerò l’Asia”. Vidi un paesaggio di guerra: fuoco, fumo, rovine, case distrutte. Uomini che uccidevano altri uomini. Mentre si sparava, donne e bambini gridavano e piangevano per la paura. Poi apparve ancora la Madonna che mi disse: “Ora ti mostrerò l’America”. Vidi un ragazzo e una ragazza molto giovani che fumavano la droga. Vidi anche altri ragazzi che se la iniettavano con le siringhe. Poi arrivò un poliziotto ed uno di quei ragazzi lo pugnalò al cuore. Ciò mi procurò dolore e tristezza. Allora quella scena scomparve e riapparve la Madonna che mi rincuorò. Ella mi disse che si può essere felici solo con la preghiera e aiutando gli altri. Infine mi benedisse.
Messaggio del 20 dicembre 1983

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Sappiate che nella vita 
non c’è cosa più importante della preghiera.
Messaggio del 24 dicembre 1983


http://medjugorje.altervista.org/index.php/messaggi/medjugorje/gdp/1990


con la preghiera e il digiuno anche le guerre si possono allontanare

LA VEGGENTE MARIJA COMMENTA IL MESSAGGIO AVUTO IL 25 AGOSTO INSIEME A PADRE LIVIO

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"Cari figli! Pregate per le mie intenzioni perché Satana desidera distruggere il mio piano che ho qui e rubarvi la pace. Perciò, figlioli, pregate, pregate, pregate affinché Dio possa operare attraverso ciascuno di voi. I vostri cuori siano aperti alla volontà di Dio. Io vi amo e vi benedico con la mia benedizione materna. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.”
P. Livio: Da questo messaggio sembra che la Madonna sia molto preoccupata per la pace nel mondo. 
Marija: Si, la Madonna chiede di pregare per le sue intenzioni perché satana vuole distruggere non soltanto i progetti di Dio ma anche la pace, vuole rubare la pace a ognuno di noi. Satana è proprio quello che vuole distruggere, mentre la Madonna vuole costruire con noi, vuole darci la pace attraverso suo Figlio che è la vera pace. 
P. Livio: Secondo te la Madonna fa riferimento alla pace dei nostri cuori, alla pace nelle famiglie o anche alla pace nel mondo, visto che ci sono vari conflitti? 
Marija: Quando la Madonna dice: “Pregate per le mie intenzioni”, sicuramente ha un progetto speciale: non vuole spaventarci, ma vuole dirci che ci ama e Lei sa bene che satana vuole distruggere noi e lo stesso pianeta dove viviamo. (cfr. messaggio 25/1/91). Guardiamo cosa sta succedendo in Iraq, in Siria, in Ucraina, in Africa e in altre parti del mondo dove c’è la guerra… 
P. Livio: Noi possiamo essere nel mondo strumenti della pace, portatori e operatori della pace? 
Marija: Sì, infatti dice: “Pregate, pregate, pregate affinchè Dio possa operare attraverso ciascuno di voi”. Dobbiamo diventare strumenti della pace, come dice S. Francesco. Così compiamo la volontà di Dio. Per questo dice: “I vostri cuori siano aperti alla volontà di Dio”. Se ci apriamo alla volontà di Dio, anche nei momenti difficili della nostra vita possiamo essere quelle mani allungate della Madonna, e portare con Lei pace, amore, gioia. 
P. Livio: I primi anni la Madonna vi chiedeva in modo pressante la preghiera e il digiuno per la pace. Voi non pensavate che la guerra avrebbe potuto arrivare proprio lì dove abitavate. 
Marija: E’ vero. Grazie a Dio Medjugorje non è stata toccata dalla guerra, ma è arrivata molto vicina e abbiamo sentito la cattiveria della guerra. Giovanni Paolo II diceva: “Mai più la guerra!” Perché la guerra non significa solo distruzione, fame, sete, divisioni, odio, ma la guerra è una cosa diabolica. “Satana vuole la guerra!” Anche noi vogliamo gridare con Lei, che è la Regina della pace: mai più la guerra! Che ci sia la pace in tutto il mondo! Dobbiamo pregare e offrire le nostre preghiere, i nostri piccoli sacrifici, i nostri digiuni. La Madonna ha detto che con la preghiera e il digiuno anche le guerre si possono allontanare. Pure nella Sacra Scrittura possiamo leggere che certi spiriti maligni si possono allontanare solo con la preghiera e il digiuno. La Madonna qui a Medjugorje ci chiede di riscoprire il digiuno e di credere in queste parole che Lei dice. Il digiuno fa bene perché ci rafforza nella fede, nel carattere; perchè noi diventiamo quel “sì, sì; no, no”, come dice Gesù... Io credo profondamente che la Madonna conta su di noi e dice: voi pregate il Signore, bussate alla porta del Signore con la preghiera, con il digiuno, con le rinunce e Lui vi risponderà, vi dirà di sì. 
P. Livio: Diciamo ai radioascoltatori da questa sera di prendere in mano la corona e personalmente, in famiglia e nelle parrocchie incominciamo veramente a fare una crociata per la pace. 
Marija: Sì, confidiamo in Lei e, attraverso il suo Cuore immacolato, in Gesù: chiediamo questo dono della pace. 
P. Livio: Il 17 agosto Ivan in Italia, a Vicenza, ha ricevuto un messaggio con questa frase: “Pregate per il mio amatissimo santo Padre, per la sua missione di pace…”. 
Marija: Sì, Papa Francesco è l’uomo della verità, semplice e coraggioso, è un uomo di Dio che crede nella potenza della preghiera. E noi insieme con Lui, con la Madonna, con tutti i santi, gli Angeli, con tutto il Cielo chiediamo questa grazia. 
<<< >>>
Marija ha quindi pregato il “Magnificat” e il Gloria.
... e Padre Livio ha concluso con la benedizione.
Marija e P. Livio



http://medjugorjetuttiigiorni.blogspot.it/

Fonte: http://www.medjugorje-oggi.org/commento.htm

AGOSTINO pensieri





Ti ho gustato 
e ora ho fame e sete di te.
Ora ardo dal desiderio 
di conseguire la tua pace

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Nel mio io , 
non potevo vivere, 
in te mi sento rinascere



S. Agostino

IN ALTO



Non curiamoci delle cose che ci circondano , 
ma puntiamo lo sguardo verso l'alto



s. Colombano abate

VIOLENZA




violenza non è forza ma debolezza, 
né mai può essere creatrice di cosa alcuna 
ma soltanto distruggitrice.

Benedetto Croce

laparola.it

Shahbaz Taseer, rapito dai fondamentalisti islamici

Shahbaz Taseer, rapito dai fondamentalisti islamici e dimenticato da tutti 

Il figlio del governatore del Punjab ucciso per aver criticato la legge antiblasfemia, è stato rapito un anno fa da un gruppo di islamisti. 



Pubblichiamo un articolo di Giorgio Bernardelli tratto da MissiOnLine.org, del PIME, del 27 agosto 2012 
Di fronte a notizie come quella di Rimsha Masih, la bambina cristiana disabile mentale accusata di blasfemia in Pakistan per aver strappato un libro religioso islamico, tanti si chiedono spesso dove siano i musulmani che non accettano questo tipo di barbarie. L’errore più grave è pensare che non ci siano. Lasciandoli così tremendamente soli nel loro coraggio.
È quanto purtroppo sta succedendo in Pakistan alla famiglia di Salman Taseer, il governatore musulmano del Punjab ucciso il 4 gennaio 2011 a Islamabad dalla sua guardia del corpo proprio per essersi schierato apertamente contro le leggi antiblasfemia. La notizia della sua morte fece il giro del mondo, tutti lodarono il suo coraggio. Però di lui e della sua famiglia in Occidente ci si è dimenticati molto presto. Ma non lo hanno dimenticato i fondamentalisti islamici pakistani, che il 27 agosto 2011 hanno anche rapito suoi figlio Shahbaz Taseer. Sì, perché nella follia di queste persone, schierarsi contro una legge che – come spiegava in questo articolo qualche mese fa Mondo e Missione - può essere brandita contro chiunque senza alcuna prova, è una colpa talmente grave da tramandarsi di padre in figlio.
Sahbhaz Taseer ha un profilo Twitter, che è fermo al 25 agosto 2011. La fotografia lo mostra allo stadio del cricket con la bandiera pakistana dipinta sulla guancia. Nell’intestazione si definisce: «Figlio orgoglioso dell’uomo più coraggioso del Pakistan. Tifoso sfegatato del Manchester United. Astronauta che non è mai stato sulla Luna».
È passato un anno ma Sahbhaz Taseer è ancora nelle mani dei suoi rapitori. L’unica notizia - diffusa qualche settimana fa dal quotidiano pakistano The Dawn - sono poche righe in cui si dice che i servizi di sicurezza starebbero trattando con i rapitori per il suo rilascio. Gli islamisti chiederebbero un riscatto e la liberazione di alcuni prigionieri.
Al di là dell’esito di questa trattativa addolora il silenzio assoluto in Occidente su questa vicenda. Il mondo sta lasciando sola la famiglia Taseer. E in questo modo rende a torto la questione della legge antiblasfemia un problema solo dei cristiani, indebolendo quei musulmani pakistani che cercano di costruire un Paese diverso.
Per questo motivo oggi vogliamo lanciare un piccolo segnale simbolico per provare ad abbattere almeno un po’ questo muro di silenzio. Vogliamo invitare tutti coloro che hanno un profilo Twitter a inviare un messaggio sul profilo di Sahbahz Taseer all’indirizzo @ShahbazTaseer. Noi abbiamo scritto «Dear Shahbaz, we are with you and with your brave family» («Caro Shahbaz, siamo accanto a te e alla tua coraggiosa famiglia»). Se siete d’accordo fate altrettanto.



Salman Taseer had spoken out against Pakistan's controversial blasphemy law.

Salman Taseer "il padre"


http://www.tempi.it/sahbhaz-taseer-rapito-dai-fondamentalisti-islamici-e-dimenticato-da-tutti#.U_7BWMV_vTo